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La Comunità eritrea in Italia chiede una rettifica alla manifestazione di Asmara

Marilena Dolce
06/11/17
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La comunità eritrea in Italia chiede una rettifica per la notizia sulla manifestazione di martedì 31 ottobre ad Asmara.

La Comunità Eritrea in Italia e nel mondo vive con angoscia il nuovo attacco mediatico internazionale ordito contro l’Eritrea in cui si riporta la falsa notizia di “28 morti e più di 100 feriti ad Asmara” in una protesta antigovernativa.

A riportare per primo la notizia è stato un giornalista etiopico della Associated Press (AP) che cita come fonte il funzionario di un gruppo di opposizione militare che risiede in Etiopia.

In precedenza il tweet di Yemene Gebremeskel, Ministro dell’Informazione Eritreo, aveva chiarito la vicenda: “Una piccola manifestazione di una scuola di Asmara è stata dispersa senza nessun incidente”. A conferma di questo nessuna ambasciata occidentale, compresa quella italiana, ha riferito di morti o di feriti. Lo ha anche ribadito alla BBC in Tigrigna  il secondo segretario Diego Solinas. La prima a fungere da agenzia di stampa è stata l’Ambasciata degli Stati Uniti che sul suo sito allertava i suoi concittadini in Eritrea.

 La fake news è partita da Addis Abeba con lo scopo di deviare l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale da quello che sta invece succedendo in Etiopia. I morti che ci sono ma che colpevolmente vengono ignorati anche dalla stampa italiana sono gli Oromo e gli Amhara che quotidianamente muoiono sparati ad altezza d’uomo dai militari Agazi del regime TPLF.

In questi anni le loro proteste pacifiche finite in tragedia sono avvenute in Oromia dove sono stati uccisi alcune migliaia di manifestanti.

 La Comunità Eritrea esprime tutta la sua preoccupazione riconoscendo un ennesimo attacco mediatico internazionale su uno scivoloso terreno religioso volto a destabilizzare l’Eritrea colpevole di essere uno stato laico.

Se una scuola coranica impone alle ragazze di indossare il velo il Ministero dell’Istruzione Eritreo ha il legittimo diritto e dovere di obbligare tutti gli studenti, di qualsiasi fede essi siano, ad indossare la divisa scolastica non confessionale. Dunque perché pubblicare queste gravissime fake news inventando morti e feriti? Si vuole forse fomentare un conflitto interreligioso in Eritrea dove da secoli convivono in armonia cristiani e musulmani che hanno combattuto insieme per liberare l’Eritrea dall’Etiopia?

Vista la gravità della falsa notizia che la stampa italiana ha deciso di divulgare la Comunità Eritrea chiede a tutta la stampa italiana, all’Ordine dei Giornalisti e alla Carta di Roma di verificarne la fonte e di presentare le prove che avvalorino la loro decisione di pubblicare tale notizia. In caso contrario, la Comunità chiede che venga rettificata la notizia a mezzo stampa e senza contro rettifica.

 

 

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da circa dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

2 risposte a “La Comunità eritrea in Italia chiede una rettifica alla manifestazione di Asmara”

  1. Alessandro Ghionzoli ha detto:

    Io mi trovavo ad Asmara proprio il giorno della manifestazione degli studenti islamici. Confermo che non ci sono stati feriti e che i militari eritrei hanno soltanto disperso la manifestazione sparando delle raffiche in aria.
    Questa versione è stata confermata anche dall’ambasciata d’Italia ad Asmara.

  2. MARCELLO MARCHI ha detto:

    Ero presente ad Asmara con gli studenti delle scuole italiane (8 ed un Prof), che ho portato in Eritrea per realizzare il I^ progetto di Scambio Culturale fra scuole italiane e scuole eritree. Abbiamo passeggiato lungo la Ave Harnet, in mezzo agli abitanti della capitale. Nessuno era terrorizzato, nessuno spaventato, perchè non c’è stato nulla di preoccupante, pericoloso che poteva metterci in difficoltà. I negozi aperti e così tutte le attività commerciali della capitale. Concordo sulla fake news, trasmessa al telegiornale della TV Aljasyra. Il comportamento degli eritrei è stato significativo e non si è curato di quanto stupidamente e senza riscontro alcuno la TV straniera ha riferito del NIENTE

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