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Olanda: 13° Conferenza YPFDJ, parlano gli organizzatori

Marilena Dolce
17/04/17
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Olanda: 13° Conferenza YPFDJ

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il Comunicato Stampa redatto dal Comitato Organizzatore YPFDJ,  relativamente a quanto accaduto lo scorso fine settimana in Olanda

La 13° Conferenza YPFDJ era prevista per giovedì 13 aprile 2017, dopo un intero anno di preparazione e organizzazione per realizzare la 13° consecutiva conferenza annuale di giovani nella città di Veldhoven, nei Paesi Bassi.

La conferenza era stata progettata per aiutare i giovani a discutere e dibattere su questioni europee e mondiali, per imparare gli uni dagli altri circa la loro storia, il patrimonio e la cultura, così come per condividere le loro esperienze professionali.

I quasi 600 partecipanti alla conferenza sono arrivati da tutto il mondo, la maggior parte erano cittadini europei. Sono arrivati tutti giovedì 13 aprile e si sono incontrati per un giorno intero affrontando parte del programma della conferenza prima che quest’ultima fosse interrotta dal sindaco di Veldhoven. Tale decisione è stata un errore di enorme proporzioni.

La decisione presa dal sindaco e dal governo olandese è stata deplorevole, politicamente motivata e programmata per fermare il procedimento della conferenza con falsi pretesti. La decisione ha violato chiaramente i diritti fondamentali di riunione e di libertà di espressione di tutti i cittadini europeo-eritrei presenti alla conferenza.

La ragione presunta, data dalle autorità olandesi per fermare improvvisamente ed entro 24 ore la conferenza, è stata quella di “ragioni di pubblica sicurezza”, sicurezza dei partecipanti alla conferenza. Questa ragione è inaccettabile e lontana dalla realtà di ciò che è accaduto nel corso dei due giorni successivi.

Il Comitato Organizzatore della Conferenza (COC) aveva meticolosamente organizzato tutte le necessarie disposizioni logistiche e tutti i partecipanti erano entrati pacificamente e in modo ordinato, senza un solo incidente o interruzione.

In nessun momento i partecipanti alla conferenza YPFDJ hanno minacciato la pace. Infatti durante gli ultimi 13 anni di conferenze in diverse sedi in tutta Europa, tra le quali una nei Paesi Bassi nel 2008, non c’è mai stata una sola lamentela da parte di una delle sedi o da parte delle autorità delle città nelle quali si sono svolte le conferenze.

Tutte le trasgressioni che hanno portato a rivendicare la sicurezza pubblica sono state commesse dal Sindaco di Veldhoven, da diversi media olandesi che si sono impegnati in uno sforzo frenetico per negare allo YPFDJ il diritto di poter fare la conferenza in pace e da individui che hanno condotto negli ultimi due decenni e continuano a condurre in modo sprezzante e ossessivo campagne contro l’Eritrea per istigare un cambio di regime in Eritrea.

Mercoledì 12 aprile il Sindaco di Veldhoven ha inspiegabilmente annunciato ai media l’indirizzo della sede della conferenza, i media hanno lanciato sui giornali locali inviti a dimostrare e circa 60 persone che hanno chiesto recentemente asilo nei Paesi Bassi hanno protestato violentemente sulla spinta della professoressa Mirjam Van Reisen, la quale si è inserita nell’arena politica eritrea con una precisa posizione.

Quest’ultima ha consigliato ad alcuni eritrei, che hanno chiesto di recente asilo nei Paesi Bassi, che l’unico modo per fermare la conferenza era provocare atti di violenza e di disturbo. Le prove di ciò si possono trovare dappertutto sui social media e sono state pienamente registrate.

Nonostante l’aperta provocazione e la violenza da parte dei manifestanti, con Mirjam Van Reisen in mezzo a loro, tutti i partecipanti alla conferenza hanno agito in modo civile e non hanno fatto nulla per reagire alle azioni violente, inclusi attacchi fisici ai partecipanti e ai veicoli che entravano nell’edificio.

I media presenti al di fuori della sede, senza alcuna conoscenza riguardo la conferenza, hanno fotografato i manifestanti ottenendo immagini e video che hanno diffuso in tutta l’Olanda e oltre.

Troviamo quindi che sia stato anticostituzionale e sia stato un abuso di potere da parte delle autorità olandesi interrompere la conferenza e ordinare spietatamente l’immediata evacuazione, di notte, dei circa 600 partecipanti, mettendo tutti a rischio, incluse madri con bambini di 4 mesi.

Dopo aver impugnato la decisione in tribunale, gli organizzatori della conferenza, con la preoccupazione principale per il benessere fisico e per la sicurezza dei partecipanti, si sono offerti di fermare tutte le attività connesse con la conferenza e di rimanere in albergo come ospiti.

Tuttavia le autorità hanno rifiutato ogni considerazione e hanno costretto tutti i partecipanti, compresi neonati, minorenni e disabili a lasciare la sede con poco riguardo per trovare alla maggior parte dei partecipanti alloggio e trasporto. I giovani, che sono cittadini europei, sono rimasti bloccati e perplessi nel bel mezzo della notte.

I partecipanti alla conferenza che sono arrivati nei Paesi Bassi da tutta Europa e alcuni dagli Stati Uniti d’America e dall’Africa non avevano biglietti per fare ritorno ai loro paesi di residenza e, anche dopo aver presentato tutte le prove dell’importante impatto delle loro azioni, le autorità hanno deciso di costringere i partecipanti a lasciare l’hotel a tarda sera, causando un grave stress ai partecipanti alla conferenza.

I giovani europei, cui sono stati insegnati  i sacrosanti valori europei della libertà di riunione, di parola, di movimento e di espressione e il diritto di essere trattati allo stesso modo davanti alla legge, sono stati bruscamente svegliati dal fatto che questi valori non si applicano a loro.

Il messaggio delle autorità olandesi inviato questo fine settimana è quindi: “l’essere un aggressore e il commettere violenza da parte di alcune persone può far raggiungere il proprio obiettivo di interrompere le riunioni di onesti cittadini”.

Infine, il giorno di apertura della conferenza era il 13 aprile, giorno che ricorda a tutti gli eritrei e agli europei con origini eritree un’altra giornata di ingiustizia nella quale la decisione della Commissione Confini Eritrea Etiopia (EEBC) emise la sua decisione finale e vincolante a Den Hague, Paesi Bassi nel 2002.

La giustizia è ancora negata al popolo eritreo che ha combattuto contro l’occupazione del proprio suolo sovrano, con le nazioni europee al fianco della natura aggressiva e illegale del governo etiope, e continuano ad accanirsi sull’Eritrea fino ad oggi.

La decisione ingiusta e iniqua da parte delle autorità dei Paesi Bassi del 13 aprile 2017 di fermare e sgomberare la conferenza YPFDJ è stata un duro monito della posizione assunta dal governo olandese e dagli stati europei nell’accanirsi contro gli eritrei e premiare i bulli violenti, proprio come succede nella mancata attuazione della decisione EEBC dell’Aia del 13 aprile 2002.

Gli eritrei e gli europei con origini eritree, resilienti, dignitosi e rispettosi della legge, hanno lasciato liberi i locali nella notte con stupefacente organizzazione, compassione e solidarietà reciproca e sono riusciti a rimanere incrollabili, nonostante l’alto livello di slealtà e di collusione delle autorità dei Paesi Bassi con la professoressa Mirjam Van Reisen nel negare i loro fondamentali diritti umani e nel mettere la loro sicurezza in pericolo nel mezzo della notte.

Lo YPFDJ, insieme a tutti i partecipanti della Conferenza, le vaste comunità della diaspora e gli europei amanti della giustizia, cercheranno di riparare all’ingiustizia subita in ogni modo possibile e renderà note le proprie intenzioni nel più breve tempo possibile.

 

16 aprile 2017

Comitato Organizzatore Europeo YPFDJ 

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da circa dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

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