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UNHCR, bene finanziamento Farnesina per campi profughi in Etiopia

Marilena Dolce
19/04/19
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©UNHCREthiopia, campo profughi di Mai Aini, Etiopia

UNHCR, bene il finanziamento della Farnesina per i campi profughi in Etiopia

Con un comunicato stampa l’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, esprime soddisfazione per i sette milioni di euro stanziati dalla Farnesiana a favore del Fondo Africa.

Soldi che serviranno in Etiopia per i campi profughi che accolgono i rifugiati eritrei.

Non solo. Parte di questi soldi sono destinati agli sfollati in Tunisia, in particolare nelle zone di Sfax e Medenine e ai rifugiati in Libia.

La nota diffusa nei giorni scorsi dalla Farnesina riferisce che sono stati destinati due milioni alla Libia. Lo scopo di questi soldi è garantire assistenza e tutela alla popolazione civile, ai rifugiati e ai migranti.

Il progetto, precisa la nota, mira a distribuire beni di prima necessità a circa 20 mila famiglie sfollate, ad assistere 750 famiglie rifugiate e ad avviare 17 progetti a beneficio di 8.500 persone.

In Etiopia il finanziamento italiano all’Unhcr sosterrà l’impegno locale per i campi profughi nella zona del Tigray, al confine con l’Eritrea. Qui arrivano i richiedenti asilo eritrei.

I progetti dell’Unhcr per questi campi riguardano l’educazione primaria per i bambini e l’approvvigionamento di acqua.

Recentemente una legge approvata dal parlamento etiopico ha stabilito che le persone che vivono nei campi profughi etiopici non sono segregate. Possono uscire per studiare e lavorare. Hanno inoltre il diritto di avere documenti, prendere la patente e, se lavorano, aprire un conto bancario. Condizioni per evitare lo stato di esclusione e la vita segregata condotta finora all’interno di tali strutture.

 

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da circa dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

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