Eritrea, Asmara, taglio del nastro di Expo 2019. Con il presidente Isaias Afwerki e il ministro della Cultura Zemedè Tekle, il critico d’arte, Vittorio Sgarbi, foto di Nino Ippolito
“Asmara, Cinquantaseiesimo sito Unesco d’Italia, dice Sgarbi”.
Ferragosto in Eritrea per Vittorio Sgarbi.
Vittorio Sgarbi, critico d’arte, il giorno prima di ferragosto è partito per Asmara, in Eritrea.
Su instagram scrive, riferendosi alla crisi di governo italiano, “visto come vano le cose, scappo in Eritrea”.
E lì lo troviamo. Ad Asmara, con il presidente Isaias Afwerki, per l’inaugurazione di Expo 2019.
Poi in visita nei luoghi simbolo della città, accompagnato da una guida d’eccezione, Ghilè. Instancabile fonte di aneddoti, racconti e divagazioni storiche introvabili sui libri, Ghilè è una manna per conoscere la città.
Il professore però ha sotto braccio anche la guida di Marco Cavallarin, un tempo insegnante alla scuola italiana di Asmara. Per questo Sgarbi cita, nell’articolo scritto da Asmara perIl Giornale, l’abitudine del Bar Tre Stelle di portare l’ottimo caffè italiano, dal banco direttamente alla vettura. Un McDriveante litteram di cui un tempo usufruivano i coloni, divenuto ora parte delle consuetudini locali.
Poi il racconto social continua con la Fiat Tagliero. L’autostazione costruita da Giuseppe Pettazzi nel 1938. Un’icona dell’innovazione e dei tempi moderni. Un’opera futurista, un inno al volo. Simbolo della capacità progettuale di giovani e giovanissimi architetti, ingegneri, geometri italiani che hanno disegnato negli anni Trenta Asmara, una città bella, svincolata dai dettami ufficiali imperanti in patria.
Una città costruita dagli eritrei che la amano e conservano con attenzione, come un cappotto buono da spazzolare con cura.
Certo la conservazione di molti edifici storici nati in quell’epoca orami è al limite. Sarebbe necessario un restauro.
E la speranza arriva nel 2017. Forse intuendo che tra Eritrea ed Etiopia qualcosa sarebbe cambiato, l’Unesco accetta la candidatura di Asmaraa città patrimonio del mondo. Una candidatura in realtà presentata molti anni addietro, insieme ai progetti per ristrutturare gli edifici. Tutto però rimasto sulla carta, finché non arriva il momento giusto. A proporne nuovamente la nomina un team eritreo con a capoMedhanie Teklemariam, responsabile dell’Asmara Heritage Project.
Ed è lui a condurre Sgarbi in visita agli edifici della città. Spiegandone il lavoro meticoloso di schedatura tecnica e storica.
Sull’inserimento di Asmara nell’elenco Unesco, Sgarbi scrive di voler “conoscere il patrimonio artistico della città”. “Il mio obiettivo”, aggiunge, riferendo quanto detto durante l’incontro con il presidente Isaias Afwerki e il ministro della Cultura, Sport e Spettacolo, Zemedè Tekle “ è quello di coinvolgere in responsabilità diretta l’Italia nella valorizzazione e nella tutela del patrimonio artistico di Asmara che si aggiunge ai 55 siti italiani dell’Unesco. Di fatto il 56esimo sito Unesco d’Italia”. L’Unesco, continua Sgarbi, nominando Asmara, coinvolge anche l’Italia, dal punto di vista culturale. Una condizione che può avvenire, spiega, con la riapertura dell’Istituto Italiano di Cultura nella sede storica della Casa degli Italiani.
“Non si può chiedere solo agli eritrei” dice Sgarbi di “sostenere un patrimonio architettonico che è il primo, insieme a quello di Milano, città simbolo dell’architettura del Novecento”. In conclusione Sgarbi propone un gemellaggio con Milano, sollecitando un lavoro di ricerca di documenti e audiovisivi sul patrimonio culturale di Asmara.
Ma l’Eritrea non è solo Asmara. Anche Massawa, ripete Sgarbi, come già molte volte è stato detto, ha urgentemente necessità di restauro. “Un intervento decisivo per la salvaguardia degli edifici bombardati”, questo dice il critico durante i colloqui con il Presidente.
Sempre in tema di restauro Sgarbi incontra anche i “dirigenti dell’Ambasciata italiana” di Asmara, chiedendo “di “valutare l’opportunità di un intervento di restauro per la pala d’altare con l’Assunta di Carlo Maratti”. Un’opera che si trova nella Cattedrale.
Molta carne al fuoco quindi. Del resto Asmara è una città unica al mondo. Lavorare per il suo restauro e per la rinascita della parte migliore del legame tra Eritrea e Italia, è un’occasione fantastica.
Certo finora gli italiani non hanno brillato per interesse verso l’Eritrea. Dal punto di vista politico alle tante promesse sono seguiti pochi fatti.
Nel 2018 però, con la pace, qualcosa si è mosso. Da Roma giunge in visita il premier Giuseppe Conte, primo scalo l’Etiopia, poi l’Eritrea. Quindi arriva ad Asmara una delegazione degli Affari Esteri con il vice ministro Emanuela Del Re. Infine, nello stesso periodo, molti imprenditori italiani vanno in Eritrea per incontrare i ministri e pianificare possibili investimenti.
Il viaggio e le proposte di Sgarbi perciò potrebbero rientrare in questa svolta positiva.
Tra l’altro lui è persona cui notoriamente non mancano le parole se deve difendere scelte e idee.
E le capre, animali che in Eritrea abbondano, possono essergli, come sempre, d’ispirazione…
Marilena Dolce
Marilena Dolce, giornalista. Da più di dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.
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2 risposte a “Ferragosto in Eritrea per Vittorio Sgarbi”
Trovo molto importante il restauro e valorizzazione ed la tutela del patrimonio artistico in Eritrea.
Inoltre il gemellaggio tra Eritrea e Italia sarebbe un’occasione da non perdere, anche perché creerebbe lavoro è sviluppo per i due nazioni.
Great article
Come sempre è un piacere leggere i suoi articoli
vG
Trovo molto importante il restauro e valorizzazione ed la tutela del patrimonio artistico in Eritrea.
Inoltre il gemellaggio tra Eritrea e Italia sarebbe un’occasione da non perdere, anche perché creerebbe lavoro è sviluppo per i due nazioni.