EXPO 2015, nutrire il pianeta, energie per la vita
Marilena Dolce
19/05/12
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L’Eritrea conferma la propria partecipazione
L’Eritrea parteciperà a Expo 2015.
Finora hanno aderito oltre a Italia e Onu, Svizzera, Montenegro, Azerbaijan, Turchia, Romania, San Marino, Egitto, Perù, Russia, Uruguay, Togo, Germania, Guatemala, Cambogia, Honduras, Mauritania, Slovenia, Principato di Monaco, Uzbekistan, Spagna, Albania, Israele, Kuwait, Colombia, Armenia, Siria, Iran, Gabon, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Mongolia, India, Georgia, Bolivia, Santa Lucia, Lettonia, Tunisia, Argentina, Lituania, Congo, Ucraina, Bielorussia, Kazakhstan, Sri Lanka, Mali, Algeria, Dominica, Belgio, Repubblica di Palau, Micronesia, Ecuador, Cina, Cile, Emirati Arabi Uniti, Mozambico, Bangladesh, Repubblica Dominicana, Moldova, Nepal, Qatar, Thailandia, Libano, Slovacchia, Tagikistan, Francia, Guinea Bissau, Oman, Corea del Sud, Kirghizistan, Pakistan, Vietnam, Saint Vincent and the Grenadines, Haiti, Uganda, Giappone, Palestina, Austria, Arabia Saudita, Eritrea, Costa Rica e Kenya.
Come ha detto Claudia Sorlini, comitato scientifico Expo 2015 e preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Milano, durante una tavola rotonda “Corsa alla terra fra sicurezza alimentare e energia per la vita” promossa lo scorso 2 maggio con Ispi e Action Aid International, la partecipazione dei Paesi in via di sviluppo avverrà, come promesso, “senza tamburi e senza lance”, perché si possa avviare un proficuo incontro tra Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo.
La biodiversità dei Paesi in via di sviluppo, la presenza di prodotti alimentari nati senza aiuti “tecnologici” porterà a conoscere territori, storia, abitudini alimentari “diverse” ma non per questo meno importanti.
L’organizzazione di Expo 2015 accoglierà i Paesi in via di sviluppo all’interno di cluster predisposti per facilitare una partecipazione basata su interessi condivisi, aspetti geografici simili, prodotti analoghi; sono già pronti i cluster dei Paesi del riso, del caffè, del cacao mentre il Kenya ha partecipato a un primo incontro promosso dal cluster del caffè, settore fondamentale per la sua economia. Expo 2015 non sarà solo una vetrina poiché intende denunciare il land grabbing, l’accaparramento di terre nel sud del mondo.
Infatti dal 2006, da quando sono saliti i prezzi di grano, riso, soia, assicurarsi la terra dove costa poco è diventato un affare per i Paesi ricchi o emergenti.
Come spiega Action Aid, il land grabbing viola i diritti umani, non consulta la comunità locale e non valuta l’impatto ambientale del progetto.
Scrive Franca Roiatti (Il nuovo colonialismo, Università Bocconi Editore, 2010):
”Le acquisizioni di terra non sono un investimento come tutti gli altri. Tante sono le implicazioni economiche e politiche, troppi i risvolti sociali”.
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