Eritrea, emanate nuove norme anticovid-19
Marilena Dolce
24/03/20
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Eritrea, emanate nuove norme anticovid-19
Ieri il Ministero della Sanità eritreo ha emanato, diffondendo la notizia attraverso i media locali e il Ministero dell’Informazione, nuove norme per il contenimento e la prevenzione della diffusione di coronavirus, covid-19.
Poco prima il Ministero della Sanità aveva comunicato il primo caso di coronavirus nel Paese. Si tratta di un uomo di 39 anni arrivato dalla Norvegia via Dubai. In seguito allo screening della temperatura eseguito in aeroporto gli è stato fatto un tampone faringeo nella struttura apposita. Il risultato è stato positivo. Quindi lui e tutti i passeggeri sul suo stesso volo sono stati posti in quarantena.
In seguito a ciò sono state divulgate nuove disposizioni per prevenire la diffusione del contagio nel Paese.
Le indicazioni per cittadini eritrei e stranieri non sono molto diverse da quanto disposto in Italia dal 9 marzo ad oggi.
Si chiede alle persone di limitare all’essenziale gli spostamenti, sia all’interno del luogo di residenza, sia nel Paese. Di limitare in tutti i modi e con ogni mezzo, macchina, auto, taxi, i viaggi.
Sono sospesi tutti gli eventi pubblici sportivi e culturali, come tutto ciò che implica un assembramento superiore alle dieci persone. Sono chiusi cinema e locali notturni.
Per tutti è necessario mantenere, in ogni circostanza, una distanza di sicurezza gli uni dagli altri.
Il limite delle dieci persone è esteso anche a matrimoni, funerali e altre cerimonie sia religiose sia laiche.
Per quanto riguarda le funzioni religiose ogni fedele deve attenersi a quanto stabilito dai responsabili delle relative chiese. Sermoni e preghiere si tengono nelle abitazioni.
Per quanto riguarda i cittadini eritrei che vivono all’estero, l’invito del governo è alla massima cautela e attenzione. Sia per sé stessi sia per le famiglie e la comunità di appartenenza.
Per questi motivi e per la gravità della pandemia in atto, si sconsiglia agli eritrei residenti all’estero di mettersi in viaggio verso il Paese.
Il Ministero della Sanità continuerà a monitorare l’evoluzione della situazione, per informare e aggiornare i cittadini.
Un altro punto messo in chiaro dal ministero è che saranno puniti coloro che metteranno in atto speculazioni e accaparramenti a danno della collettività.
Per il momento le scuole pubbliche sono aperte. Unico complesso scolastico dove le lezioni sono sospese, per decisione del Miur, è la scuola italiana della capitale
L’Eritrea però non è arrivata impreparata a questo doloroso appuntamento con il primo paziente affetto da covid-19.
Nonostante il virus stia stritolando il sistema sanitario pubblico di paesi ben più ricchi, l’Eritrea è al lavoro con l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) sin dai primi giorni di febbraio, per prepararsi all’emergenza covid-19.
Da quando è stato compreso il pericolo del virus sviluppatosi in Cina a dicembre 2019, il Ministero della Salute eritreo con Oms, Unicef, Undp e Unfpa, ha lavorato per fronteggiare una possibile emergenza nel Paese.
Quattro sono i punti nodali per un primo intervento. Innanzi tutto lo screening della temperatura agli arrivi all’Aeroporto Internazionale di Asmara. Quindi l’individuazione di una struttura adatta per la quarantena dei soggetti a rischio. Poi l’avvio della formazione degli operatori sanitari anti covid-19, quindi la diffusione capillare e continua delle informazioni sull’andamento del virus, per spiegare ai cittadini le norme igieniche e sociali per prevenire il contagio.
All’arrivo in aeroporto perciò i passeggeri sono monitorati con un termo scanner. Stesso monitoraggio per gli altri ingressi nel Paese, sia via mare, sia via terra.
Per la quarantena dei soggetti a rischio covid-19 è stata poi scelta e ristrutturata una struttura già esistente. Le persone vi arrivano direttamente dall’aeroporto, con ambulanze apposite.
Sulla situazione covid-19 i cittadini in ogni parte dell’Eritrea sono puntualmente aggiornati, con tempestive informazioni nelle diverse lingue.
Inoltre è stata attivata, in accordo con l’Oms, la formazione di operatori sanitari che sappiano usare procedure dedicate, come l’utilizzo dei kit per il tampone faringeo, l’impiego delle tute apposite, dei caschi protettivi e anche l’uso dei respiratori.
L’Eritrea è scesa in campo contro una battaglia che sta impegnando il mondo intero. Un mondo al tempo del coronavirus, come è stato detto. Ovunque numeri e bollettini giornalieri parlano di morte e contagi. Una situazione che ricorda all’Occidente dolorose e dimenticate epidemie.
Per finire una buona notizia. Sono arrivati ieri all’aeroporto di Asmara gli aiuti da Jack Ma, il magnate cinese. Si tratta di 20 mila kit per test e 100 mila mascherine. Saranna inoltre inviati mille medici per lavorare con i colleghi africani. Soprattutto per spiegare loro come indossare tute e schermi protettivi per il volto.
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