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Eritrea, Corno d’Africa e ruolo dell’Italia, il caso ZaEr

Marilena Dolce
20/09/18
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La pace raggiunta lo scorso 9 luglio, ad Asmara, tra Eritrea ed Etiopia è la premessa per una migliore situazione in tutta la regione del Corno d’Africa. Quale sarà il ruolo dell’Italia?

Oggi il presidente eritreo Isaias Afwerki è ad Abu Dhabi. Qualche giorno fa, a Gedda, è stata ratificata la pace tra Eritrea ed Etiopia, presente il segretario generale Onu, Antonio Guterres.

La Somalia ha ripreso, le relazioni politiche e diplomatiche con l’Eritrea.

I tre ministri degli esteri di Eritrea, Etiopia e Somalia sono stati nelle scorse settimane a Gibuti. Anche in questo caso il risultato è stato positivo.

Quella che sta avvenendo nel Corno d’Africa è una rivoluzione pacifica, condotta dagli stessi leader africani.

E all’Africa la Cina guarda sempre con maggior interesse, come testimoniato dal forum sulla cooperazione Cina-Africa (FOCAC.)

Quale ruolo ha oggi l’Italia?

Al momento la posizione italiana, politica ed economica, sui cambiamenti in atto nel Corno d’Africa, è defilata. Rischi e opportunità sono al vaglio per formulare programmi e progetti.

Ciò non toglie però che ad Asmara un’impresa tessile italiana ci sia e che vi lavori ormai da anni.

È la Za.Er, Zambaiti Eritrea, che confeziona camicie per il mercato estero e indumenti da lavoro per quello interno. Vi lavorano 580 persone, 578 eritree. Il 90 per cento donne.

Durante l’ultima visita, il premier etiopico Abiy Ahmed con il presidente somalo Mohamed Abdullahi Mohamed e il presidente eritreo Isaias Afwerki sono stati al padiglione “Dolce Vita”, brand Za.Er, allestito per Expo 2018.

Quest’anno oltre alla collezione di camicie colorate, vi sono le “farfalle”, volate sulle magliette della pace. Le loro ali hanno i colori delle bandiere di Eritrea, Etiopia e Somalia. Sono un simbolo della pace raggiunta.

Non è un caso che il premier Abiy ne indossasse una, sotto la giacca, durante la cerimonia per l’inizio d’anno, secondo il calendario tradizionale etiopico.

Oggi la Za.Er, nata per la volontà della famiglia Zambaiti, è gestita dal figlio Pietro.

Rispetto alla concorrenza cinese Zambaiti dice, “il made in Italy è un approccio completamente diverso rispetto a quello asiatico. Un approccio fatto anche di affetto, di empatia verso il paese e le persone”.

All’interno della Za.Er vi è anche un asilo per accogliere i figli delle donne che vi lavorano. Inoltre ogni anno Za.Er  sostiene il percorso di studio di 50 bambini, perché frequentino la scuola italiana di Asmara, la più grande all’estero.

Riguardo al ruolo degli italiani e delle imprese italiane in Africa, Pietro Zambaiti dice, durante il forum “Pace e Sviluppo nel Corno d’Africa” che si è tenuto a Bari lo scorso 14 settembre, “è importante la collaborazione con le varie componenti sociali nei paesi in cui si lavora. Inoltre sono importanti il rispetto della cultura e delle tradizioni”.

“Inutile invece” aggiunge “chiedere scusa per il nostro passato. Anziché chiedere scusa per il passato remoto dovremmo chiedere scusa per l’assenza in questi ultimi vent’anni”.  

Un’assenza che speriamo sia finita, grazie alla pace raggiunta.

 

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da più di dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

3 risposte a “Eritrea, Corno d’Africa e ruolo dell’Italia, il caso ZaEr”

  1. Lamina ha detto:

    Giustissime parole del Sig. Pietro Zambaiti.

    Bisogna chiedere scusa per l’assenza in questi ultimi 20 anni, ma particolarmente deve chiedere SCUSA e ad alta voce l’Italia degli ultimi 5 anni del governo PD di Renzi che sono stati i peggiori per l’Eritrea, che volutamente ha fatto denigrare l’Eritrea e il suo magnifico popolo diventando il portavoce dell’Etiopia a guida del gruppo mafioso di Weiane, collaborando e sponsorizzando il prete già condannato per spaccio di droga e 3-4 attivisti di dubbia origine eritrea. I fatti concreti degli ultimi giorni con tanto di documenti giudiziari, foto e video parlano chiaro. Esponenti parlamentari del PD milanese e la sinistra in generale, nonchè la terza carica dell’allora governo l’On. Laura Boldrini con chi avevano a che fare ? Avevano a che fare con un prete uscito dalla galera dopo due anni per spaccio di 2.2 Kg. di droga, nonchè dopo aver pagato i 10 milioni di Lire doveva essere espulso dal territorio italiano.
    Tutto questo a scapito del non voler sentire la voce dei quasi 10.000 membri della storica Comunità Eritrea in Italia.

    Ritornando al tema di questa pubblicazione, se il precedente governo, anzichè interpellasse i 4 gatti, per verifica avesse interpellato qualche azienda italiana che lavora da vicino in Eritrea, come potrebbe essere la Zambaiti che produce in loco camicie ed altro per Armani e per il mercato locale, penso che avrebbe avuto una visione reale del paese Eritrea in quanto in modo quotidiano l’azienda ha a che fare con il governo, con migliaia dipendenti e loro famiglie dell’azienda stessa, con le istituzioni nazionali ed internazionali presenti nel paese, in generale con la società eritrea in loco.
    Per confrontarsi meglio e arricchirsi di conoscenza, grazie anche a queste informazioni visto dall’occhio di un’azienda italiana in loco, avrebbe avuto maggior conoscenza del bene e del male riferito al paese Eritrea.

    Vi rendete conto, quanti danni al rapporto Eritrea-Italia ha provocato questo precedente governo !!!!!

    Speriamo che quanto si sta verificando ( ora che sto scrivendo questo commento ) del viaggio a ottobre in Etiopia ed Eritrea dell’attuale governo Presidente del Consiglio Conte, recuperi le occasioni aimè perse da parte dell’Italia.

    Lamina

  2. Pietro ha detto:

    Carissimo Sig Lamina
    aggiungo che le ultime delegazioni – ad eccezioni del VM Lapo Pistelli – erano talmente interessate a capire, come dice lei, la realtà Eritrea – e mi riferisco a PRODI e RICCARDI – che non hanno avuto tempo di venire a visitarci a differenza di tante altre delegazioni internazionali. Buon giornata

  3. Lamina ha detto:

    Carissimo Sig. Pietro,
    per fortuna come avrà notato, pian piano la verità comincia a venire a galla, grazie alla pazienza che contraddistingue il governo e il popolo eritreo.

    Non è facile lavorare in un paese dove c’è l’assurdo embargo, ma sia suo Padre che Lei stando in loco hanno potuto vedere e constatare la realtà da vicino, per poter essere contaminati nell’essere pazienti e continuare a portar avanti l’azienda ex Barattolo, con mille difficoltà, ma sempre con la speranza che in tempi non lontani ci fosse un futuro migliore, quei tempi che ora con eventi e cambiamenti che assistiamo giorno per giorno sembrano arrivati in modo naturale, e speriamo di gustarli nel miglior modo.

    Il passato è passato, non si piange sul latte versato, guardiamo il futuro, e spero che dovuto all’affetto sincero che esiste fra i due popoli Italia-Eritrea, l’Italia riesca a correggere in qualche modo il grave danno arrecato in particolare dal precedente governo che ha facilitato molto la denigrazione dell’Eritrea.

    Le AUGURO buon lavoro e pieno di soddisfazioni.
    La sua soddisfazione è anche la soddisfazione delle migliaia operaie e dipendenti e proprie famiglie in loco della Za-Er, nonchè aggiungo che tramite il suo lavoro in loco salva in qualche modo anche l’immagine dell’Italia in Eritrea.

    Lamina

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