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Ginevra, manifestazione davanti all’ONU, la parola agli eritrei-VIDEO

Marilena Dolce
27/07/16
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In Svizzera, a Ginevra, martedì 21 giugno gli eritrei manifestano davanti all’Onu

Moltissimi eritrei, gli organizzatori dicono più di 10mila, si sono ritrovati per manifestare pacificamente davanti al Palazzo delle Nazioni Unite.

In piazza si protesta contro il report della Commissione d’Inchiesta (COI, Commission of Inquiry) presentato l’8 giugno che accusa i governanti eritrei di aver commesso crimini contro l’umanità.

In risposta al report, Yemane Ghebreab, advisor del presidente Isaias Afwerki, durante una conferenza stampa tenuta lo stesso giorno, poco dopo quella di Mike Smith, responsabile COI, definisce il lavoro della Commissione “privo di obiettività, imparzialità, non selettività e rigore”.

Alle 500 testimonianze contro l’Eritrea presentate dalla Commissione, Yemane contrappone 42mila testimonianze a favore, inviate dalla diaspora di 20 paesi e ignorate dalla Commissione. Così com’è stata ignorata la disponibilità di 856 eritrei di testimoniare a Ginevra in favore del proprio paese.

La piazza, colorata dalle bandiere eritree, è piena di giovani che spiegano perché sono a Ginevra, perché si oppongono alle accuse della Commissione, perché stanno con il loro paese.

Al termine della manifestazione, due rappresentanti della diaspora consegnano, entrando nel palazzo delle Nazioni Unite, i pacchi cartacei con 200mila petizioni firmate da eritrei e amici dell’Eritrea.

Mentre fuori si manifesta, all’interno del palazzo ONU è in corso la 32ma sessione del Consiglio dei Diritti Umani. Gibuti e Somalia, paesi spesso in conflitto con l’Eritrea e fortemente legati all’Etiopia, presentano una proposta di risoluzione che accoglie tutte le accuse della commissione.

A ciò risponde la Missione Permanente dell’Eritrea presso l’ONU chiedendo agli stati dell’Unione Africana (AU) e del NAM, Movimento di Stati non Allineati, di respingere tale bozza, ricordando la decisione del Sedicesimo Summit NAM che dichiara inammissibile che uno stato africano sia processato dalla Corte Penale Internazionale (ICC) senza l’approvazione dell’Assemblea dell’Unione Africana.

Infine l’accusa di crimini contro l’umanità è stralciata dalla bozza di risoluzione approvata al termine del consiglio.

Il 12 giugno sul confine Eritrea-Etiopia un nuovo scontro ricorda al mondo che l’Eritrea non ha una pace sicura e che moltissimi dei suoi attuali problemi derivano dalla situazione rimasta sospesa dopo il conflitto 1998-2000.

Nel 2002, una commissione internazionale, con l’Accordo di Algeri,  stabilisce che il territorio conteso è eritreo.

L’Etiopia, però, non accetta tale decisione rendendo all’Eritrea difficile pace e sviluppo.

Una guerra fredda ancora in corso.

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da più di dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

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