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EritreaLive intervista Lia Quartapelle

Marilena Dolce
02/07/18
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ERITREALIVE INTERVISTA LIA QUARTAPELLE

Migranti, sbarchi, ong, politiche migratorie passate e presenti.

Ma anche cambiamenti in alcuni paesi del Corno d’Africa, come l’avvio del processo di pace tra Eritrea ed Etiopia. Ne parliamo con Lia Quartapelle (PD).

Lia Quartapelle, PD,  Commissione Affari Esteri alla Camera dei Deputati

Il 25 giugno, a Milano, EritreaLive intervista l’onorevole Lia Quartapelle gruppo Pd alla Camera dei deputati. Ad un soffio nella passata legislatura dall’essere ministro degli Esteri, l’on. Lia Quartapelle lavora alla Camera, in Commissione Affari Esteri.

Parliamo con lei dell’argomento che è alla ribalta in Italia in questo periodo, i migranti. Ma anche del processo di pace tra Eritrea ed Etiopia, notizia di questo mese.

Lia Quartapelle ha un forte legame con la sua città. La incontro in una bella sede milanese del pd. Le persone l’aspettano per parlarle, per commentare la perdita delle regioni rosse alle ultime amministrative. Un signore anziano mi dice che viene tutti i lunedì, quando lei è nella sezione vicino a casa sua.

La nostra intervista inizia con una domanda sul viaggio in Libia del ministro degli esteri Matteo Salvini.

Missione Libia, si parte” twitta il ministro Salvini il 25 giugno. Tra gli obiettivi del viaggio incentrato sulla questione migranti, l’aiuto italiano alla guardia costiera libica e il rafforzamento di accordi bilaterali con il governo di Tripoli. Infine la richiesta di creare hotspot sul loro territorio. Proposta che la Libia rifiuta, in diretta video. Cosa ne pensa?

Salvini, anziché fare propaganda contro le ong, considerando anche che gli sbarchi si sono ridotti dell’80 per cento, dovrebbe impegnarsi sulla questione dei migranti e nelle relazioni con i paesi di origine o di transito, come la Libia. Comunque non voglio dare un giudizio negativo su questo viaggio. È importante che sia stato fatto a un mese dal suo insediamento.

Un lavoro eccezionale con la Libia l’ha fatto il ministro Minniti che ha avuto ottime relazioni con loro. Quando il contesto è complicato, sono le persone che contano. Minniti era stimato da chi lavorava con lui per la capacità di capire l’insieme e le situazioni particolari.

Sugli hotspot il nostro punto di vista è che sia meglio portar fuori le persone dalla Libia. Del resto se Salvini non li vuole in Italia, non dovrebbe far fatica a capire il motivo per cui la Libia non li vuole sul suo territorio.

Lei parla della riduzione degli sbarchi. Sulle nostre coste, dati del Viminale giugno 2018, sono arrivati l’82.5 per cento in meno di persone rispetto al 2017.

Tra le nazionalità d’arrivo via mare,  dice l’Unhcr, primi i siriani, 21.9%, poi l’Iraq 11%, la Tunisia 7.6% e al quinto posto l’Eritrea con il 7%.

Come interpreta questi dati e perché in Italia, che accoglie l’1 per cento di migranti, c’è così tanto spavento?

 Il motivo dello spavento è perché l’immigrazione cambia il volto delle società. Se nel 1990, anno della prima legge Martelli sull’immigrazione, i numeri indicavano uno straniero ogni 80 persone, oggi la situazione è diversa. Per strada, su otto, dieci persone che si incontrano, una è straniera. Questo ha cambiato il volto delle nostre città.

In particolare la crisi migratoria degli anni 2014-2015 ha dato l’impressione che il fenomeno non fosse governabile. Ci sono indubbiamente cambiamenti che vanno affrontati. Dare spazio a nuove religioni, nuove culture, modi di vivere, lingue. Non è un processo semplice in una società relativamente omogenea come quella italiana. Dalla sensazione che il fenomeno non fosse governato, però, è nata una percezione distorta, cui si è aggiunto un racconto mediatico ansiogeno.

Non sottovaluterei questi elementi. Non va sottovalutato il timore dei cambiamenti. Tuttavia io e il partito di cui faccio parte pensiamo che da una società aperta e multiculturale derivino sfide ma anche opportunità di cambiamento.

Sfide che non si può pensare di evitare, si va verso società più globali…

Sì società più globali, però non parlerei di inevitabilità. Il fenomeno migratori può essere governato. L’azione del ministro Minniti è andata in questo senso. È un fenomeno che si deve gestire, non subire.

In questi anni molti migranti sbarcati sulle nostre coste sono arrivati dall’Africa sub Sahariana. Anche da Etiopia ed Eritrea.

A febbraio in Etiopia, dopo anni di duri scontri interni, è cambiato il primo ministro. Già nel discorso d’insediamento Abyi Amhed, il nuovo premier, ha detto di voler risolvere la situazione con l’Eritrea.

Il 5 giugno ha dichiarato di accettare completamente gli Accordi di Algeri (ndr, stabiliti da una commissione internazionale nel 2002, dopo il conflitto Eritrea-Etiopia del 1998-2000).

Il 20 giugno da Asmara è arrivata la risposta del presidente Isaias Afwerki. Una delegazione eritrea andrà ad Addis Abeba. Poco fa ho letto che la delegazione sarà composta da Yemane Ghebreab, adviser del presidente e Osman Saleh, ministro degli esteri e che andranno domani (ndr, per chi legge è  il 26 giugno).

Cosa pensa di questo nuovo corso? Non crede che un cambiamento tra i due paesi possa avere ripercussioni sulla migrazione verso l’Europa?

Quella inviata ad Addis Abeba è una delegazione di alto livello.

E il cambiamento che si prospetta è assolutamente benvenuto. Il fatto che sia un passo verso la pace è positivo di per sé e per i possibili sviluppi tra i due paesi e nei due paesi. Un processo che deriva anche dalla maturazione etiopica nella sua politica interna.

Ma è soprattutto una situazione che ci riguarda molto da vicino.

C’è stato un momento che un migrante su quattro era eritreo.

O meglio, si dichiarava eritreo per le agevolazioni connesse a ricevere asilo…

Si. Comunque venivano da quell’area. Il fatto che ci sia uno sviluppo positivo non può essere considerato solo un fenomeno locale. Ci ricorda invece quanto i conflitti e le vicende africane abbiano assunto un livello strategico molto importante.

Dobbiamo assolutamente sostenerne lo sviluppo e la pace. Un paese come l’Italia ha una responsabilità storica e relazioni importanti in quell’area. Quindi vorrei vedere questo governo aiutare gli sviluppi in corso, almeno dedicargli la stessa attenzione con cui si occupa di una sola nave nel Mar Mediterraneo…

Guardare cosa succede tra Etiopia ed Eritrea è un modo per affrontare le cause strutturali delle migrazioni verso il nostro paese. Un modo più serio ed efficace rispetto al blocco di una nave con 230 migranti a bordo.

Bloccare una nave è un epilogo, aiutare la pace in Eritrea ed Etiopia la premessa per evitarlo…

 Certo. Un conto è fare i cattivi in mare, un altro conto è accompagnare un processo di pace.

Come pensa continui il processo di pace appena iniziato?

Quella di cui stiamo parlando è una zona strategica, non solo per le vicende migratorie. Spero che l’Italia non resti a guardare, schiacciata sull’oggi e le vicende dei barconi. Il rischio sarebbe di lasciare campo ad altri e potrebbe essere negativo. Non voglio esprimere un giudizio geopolitico, solo guardare la situazione.

I conflitti li devono risolvere i paesi che li hanno generati. In questo caso è una vicenda etiopica ed eritrea.

La sinistra italiana guarderà ad Etiopia ed Eritrea con altri occhi?

In questi anni, sia io sia l’allora vice ministro Mario Giro abbiamo seguito con attenzione le vicende in entrambi i paesi. Anche se il nostro lavoro non ha avuto un riscontro mediatico. Questo è un po’ il problema dell’Africa in Italia, non essere al centro dell’attenzione.

(ndr, l’ex viceministro Giro il 27 giugno twitta “si balla ad Addis, un ballo di pace tra Etiopia ed Eritrea”, alludendo al momento conviviale al Palazzo Nazionale, durante l’incontro tra la delegazione eritrea e il primo ministro etiopico).

Un’altra spina nel fianco dell’Europa sono gli Accordi di Dublino. Si va verso la revisione. Quali sono i punti cruciali?

Da tempo chiediamo una revisione. Mi sembra che il nuovo governo battendo i pugni sul tavolo dell’Europa finora non abbia ottenuto nulla. Ieri c’è stato un vertice informale conclusosi con un nulla di fatto. I paesi europei che la pensano allo stesso modo si presentano senza una posizione comune, i paesi di Visegrad, invece, si presentano in Europa con una posizione comune sostenuta dall’Austria.

Finora la strategia del governo italiano sul regolamento di Dublino non ha prodotto risultati. Vedremo.

(ndr, il 28 giugno il primo ministro Giuseppe Conte ha raggiuto un accordo con i 28 paesi Ue per cui, dice, l’Italia non è più sola a gestire il problema migratorio. È passato il concetto per cui chi sbarca in Italia, sbarca in Europa, spiega).

L’Italia, però, negli anni scorsi ha aggirato l’accodo di Dublino, non prendendo le impronte ai migranti e lasciando che proseguissero i viaggi verso paesi diversi…

Nel 2014 ho chiesto al ministro degli interni se i migranti arrivati sul territorio nazionale venissero identificati. Penso che quel modo di gestire l’immigrazione abbia danneggiato i diritti dei migranti e la credibilità dell’Italia che, sbagliando, aveva cercato una soluzione rapida alla questione.

I salvataggi in mare sono iniziati dopo la tragedia di Lampedusa (2013) con Mare Nostrum, missione italiana. Sostituita da Frontex, missione Europee per presidiare le frontiere.  Da qui alle navi delle ong che hanno occupato un vuoto e ora sono nell’occhio del ciclone.

Secondo l’ex generale Giuseppe Morabito quello delle ong è un affare che non è sfuggito alla mafia. Ha detto che nei porti siciliani dove attraccano le navi delle ong che salvano i migranti in mare, la logistica è in mano alla mafia.

Mafia? Non ci sono riscontri giudiziari di un comportamento delle ong fuori dalla legge. Io penso che il ministro Minniti abbia fatto bene a dare un principio di coordinamento delle attività delle ong nei mari e a dare un codice di condotta per aiutare le ong a salvare vite in mare secondo un protocollo condiviso.

Quello che dicono Morabito, Salvini o Di Maio per criminalizzare le ong non ha nessun riscontro.

Morabito però non accusa direttamente le ong, dice che i servizi che utilizzano arrivano da società dubbie…

Non ci sono prove. Tutte le società che lavorano con appalto pubblico devono sottostare a normative antimafia. Mi sembra un chiacchiericcio. Se hanno prove che denuncino.

Cosa pensa del Processo di Khartoum e come mai è stato abbandonato?

No, non è stato abbandonato. Va avanti. Penso anzi che questa vicenda etiopica ed eritrea possa rinvigorire il processo di Khartoum.  Erano stati fatti i primi passi poi bloccati dalle relazioni tra i due paesi. Ora vediamo cosa succede. Potrebbe ripartire anche questa iniziativa. Io spero che il governo italiano si faccia promotore di un rilancio del processo di Khartoum.

La politica, come vediamo, si fa anche sui social. Matteo Salvini twitta tutto il giorno, ma anche il portavoce di Abiy twitta, così come il ministro dell’informazione eritreo. È un modo più diretto e meno ufficiale di far politica?

È certamente un modo più diretto. Anche se gli obiettivi, negli esempi che lei fa, sono diversi. Nel caso di Salvini lo scopo è allargare il consenso. In Eritrea ed Etiopia lo fanno invece per informare con un mezzo più diretto e veloce rispetto ai comunicati stampa tradizionali.

Seguirò anch’io questi tweet che mi sembrano uno sviluppo positivo. Da noi si dice che il populismo è figlio dei social media ma non è completamente vero. L’esempio che ha fatto lei ora, chiarisce che il mezzo può aiutare la politica a essere più accessibile, dando più fiducia a un processo democratico, non il contrario.

Il traffico di uomini è un altro aspetto terribile della migrazione verso l’Europa. “Glauco”, l’inchiesta della procura di Palermo, ha portato alla compilazione di una blacklist accettata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu che, per la prima volta, ha stabilito sanzioni dirette per sei individui, cosa ne pensa?

Secondo me è positivo che si arrivi a una blacklist e a sanzioni internazionali, che vengano fatti i nomi. Questo scardina l’idea che la migrazione sia inevitabile, che i trafficanti non abbiano volto, quindi non siano perseguibili. E che si possano continuare a scaricare migranti in mare, in combutta con forze internazionali oscure. Il fatto che siano perseguibili e che ci siano organizzazioni internazionali efficaci, secondo me, è molto positivo e va rimarcato.

Un’ultima domanda. In Italia c’è una numerosa diaspora eritrea, anche a Milano.

Sono seconde e terze generazioni. Ragazzi nati qui che conservano, però, radici e tradizioni. Ragazzi a cui il processo di pace può aprire un futuro differente, cosa ne pensa?

Penso che saranno loro a decidere del proprio futuro.

Penso ad Ariam (ndr, Appuntamento ai Marinai, corto di Ariam Tekle sulla vita e le scelte delle seconde generazioni eritree in Italia), di cui mi è piaciuto molto il documentario.  Un lavoro che mostra lo spirito degli eritrei, soprattutto quello delle seconde generazioni. Ragazzi e ragazze che vogliono sentirsi cittadini del luogo in cui vivono.

Il messaggio positivo non riguarda solo la resilienza dagli eritrei, ma anche il fatto che la loro forza, il loro spirito può insegnare molto in Italia.

Credo che avere persone che possano dare un contributo in questo senso sia preziosissimo. Ci sono ragazzi che dicono, “sono eritreo ma sono anche italiano e voglio raccontare com’è il mio essere italiano”. Questo è un contributo fondamentale per la crescita di Milano e dell’Italia. Una buona notizia da condividere.

Sembra che, finalmente per l’Eritrea, le buone notizie da condividere stiano arrivando. Cominciando dalla pace.

Marilena Dolce

@EritreaLive

 

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da circa dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

9 risposte a “EritreaLive intervista Lia Quartapelle”

  1. Yosef ha detto:

    Penso che l’On. Quartapelle stia salendo sul carro dei vincitori. Sono diversi anni che insieme a parlamentari del PD milanese in particolare Civati, Fiano, Radio popolare, ARCI Milano, insieme ai media milanesi hanno portato avanti una politica denigratoria contro l’Eritrea e la Comunità Eritrea in Italia, promuovendo interrogazione parlamentare dal contenuto falso, nonchè promuovendo e appoggiando insieme all’On. Boldrini e On. Migliosi i cosiddetti preti, scrittori e falsi attivisti eritrei, e ora mi ritrovo in questo sito una non opportuna intervista nella quale risponde che insieme all’On. Giro ha lavorato per Eritrea ed Etiopia. Questa è una falsità enorme che doveva essere contraddetta anche da chi ha fatto questa intervista, perchè in questi anni l’On. Quartapelle ha lavorato e promosso insieme ai suoi colleghi solo e soltanto iniziative a senso unico, con coloro al potere in Etiopia che in questo momento non sanno dove scappare, e cioè la minoranza di nome Weyane, denominati dagli etiopi stessi in loco il male e i ladri dei 27 anni in Etiopia, nonchè guerra fondai nell’area del Corno d’Africa.

    Grazie alle proteste del popolo etiope, in particolare Oromo e Amara, in Etiopia è arrivato il cammino verso un cambiamento che ha prodotto l’arrivo di un primo ministro e di conseguenza il primo incontro fra delegazione dei due paesi per discutere e mettere le basi per la pace fra i popoli dell’Eritrea ed Etiopia.

    Come cittadino italo-eritreo e membro della Comunità Eritrea in Italia, mi meraviglio che in un sito di cui si presume sia anche una delle portavoce della vera Eritrea e della diaspora Eritrea in Italia, nell’intervista all’On. non sia stato sottolineato tutto il male che la sinistra italiana (e non) il PD in particolare in tutti questi anni hanno fatto e continuano a fare all’Eritrea, sponsorizzando e dando credibilità e spazio a vari singoli personaggi, membri fantasmi che vengono denominati Eritrea Democratica, falso prete, falsa scrittrice, falsa dottoressa, ecc. che in comune hanno la particolarità di essere NON ERITREI, ma ETIOPI originari dal TIGRAI, contro i veri eritrei che fanno parte della COMUNITA’ ERITREA In ITALIA e che conta più di10.000 membri.

    NON POSSIAMO MAI dimenticare che L’On. Quartapelle e in particolare la 3a carica dello Stato On. Boldrini, nonchè la Comissione Parlamentare ha ricevuto in aula parlamentare 4-5 sopra indicati falsi personaggi, e non ha voluto ricevere i veri rappresentanti di quasi 10.000 eritrei in Italia.
    Vergogna.

    Yosef

    • Marilena Dolce ha detto:

      Gentile Yosef,
      l’intervista con l’on. Quartapelle ha toccato diversi punti: i migranti, gli arrivi diminuiti, gli hotspot, la politica estera dell’attuale governo, il processo di Khartoum, le ong. E due domande sull’Eritrea, il processo di pace e le aspettative delle seconde generazioni. Relativamente al processo di pace, l’on. Quartapelle ha detto che è positivo. Cosa avrei dovuto aggiungere?
      Lei avrebbe voluto un’intervista diversa. La mia si è basata sull’attualità e sul processo di pace.

      Rispondo però all’accusa che lei mi fa: “vergogna!” Guardi, è la seconda volta che mi viene detto ciò. La prima, durante un seminario a Roma (novembre 2017) quando c’è stata un’irruzione contro l’ambasciatore d’Eritrea in Italia e un gruppetto mi ha urlato “vergogna”, accusandomi di essere pro eritrea
      Stavolta lei, in senso opposto, accusandomi per l’intervista “non opportuna”.
      Io sono, come giornalista e come persona, sempre per il dialogo. E di questo non mi vergogno.
      Inoltre sono contenta di poter coinvolgere nella “buona notizia” eritrea anche chi non aveva immaginato (o sperato) potesse arrivare. Perché dovremmo aver imparato che alzare muri non porta a niente.

      Cordiali saluti

  2. Yosef ha detto:

    Gentilissima Marilena,
    la parola ” Vergogna ” non è riferita a Lei come persona, ma alle risposte dell’On. Quartapelle, che in tutti questi anni nonostante alcuni responsabili e non della Comunità Eritrea in Italia, hanno cercato di consigliare sia all’On. che ai membri della commissione esteri, che ad alcuni responsabili del partito stesso cioè PD, se anche per interesse economici o altri tipi di interessi volessero essere dalla parte del guerra fondaio governo etiope, questo non deve essere a scapito dell’Eritrea paese amico dell’Italia. Al massimo abbiamo consigliato di essere più neutrali possibile. Invece come anche Lei penso che sappia, la loro risposta è stata SEMPRE e SEMPRE negativa. Addirittura l’On. Pittella in Tv, alla Radio, sui social dopo un viaggio in Etiopia gridava dicendo di prendere esempio dal governo Etiopico nel affrontare il problema degli immigrati. Tutto questo senza che nessuno di loro sono mai stati in Eritrea, o incontrato l’Ambasciata Eritrea in Italia, o Comunità Eritrea in Italia.

    Nella sua risposta al mio commento mi parla del processo di Khartoum, be anche in merito a questo Le aggiungo che all’On. Quartapelle (e non solo ), anzichè andare dietro i falsi personaggi, gli era stato consigliato a sua volta che circa l’Eritrea e il suo governo, sarebbe bello andare a sentire il suo collega On. Lapo Pistelli politico del PD con la carica di sottosegretario che nel bene o nel male può parlare dell’Eritrea in quanto era ed è l’unico che ha visitato l’Eritrea e parlato sia con il presidente eritreo, ministri eritrei, che con l’ambasciata italiana in Eritrea ecc. La risposta fu, oltre a non avere la volontà di provare a parlare o chiedere, ma anche trovando delle scappatoie dicendo che On. Pistelli ora è all’ENI ecc. ecc.

    Nel suo commento sbaglia il confrontare il mio dire Vergogna ( anche se non è rivolto a Lei ), con il Vergogna detto durante il seminario di Roma che Lei citava, in quanto il mio è legato ai fatti e commenti della vera Eritrea, quella di altri facendo irruzione è basata solo e solamente sulle falsità e bufale raccontate per denigrare l’Eritrea e che per avere visibilità ci si comporta in modo incivile promosso dai personaggi indicati nel mio commento e sponsorizzati dai politici del PD fra cui l’On. che Lei ha intervistato, e che in tutti questi anni ha solo visto negativamente il paese appunto l’Eritrea. L’irruzione contro le iniziative della Comunità Eritrea in Italia sono state molteplici, basti ricordare Festival Eritrea a Bologna, irruzione sede Ambasciata Eritrea a Roma, Lampedusa, ec. ecc.

    Le assicuro che grazie a queste sponsorizzazioni di questi politici, in Italia per la comunità eritrea sono stati anni molto difficili. Ora che la verità comincia a trapelare non è possibile vedere alcuni attori che denigravano il paese Eritrea e la Comunità Eritrea in generale trovare spazio e visibilità cambiando casacca con argomenti che fino a qualche anno fa’ quando noi stessi li consigliavamo non volevano ascoltarci.

    Ho voluto commentare l’intervista all’ON., per la quale personalmente ritengo che in questo momento che si è in una fase di pacificazione Eritrea- Etiopia dicendo non opportuno dare spazio all’On. Quartapelle, politico di primissimo piano del PD sul sito che porta solamente argomenti legati all’Eritrea, perchè i punti che Lei intervistando ha indicato,….. migranti, arrivi diminuniti, hotspot, politica estera, processo Khartoum, ong ecc… hanno un filo comune che li lega, cioè che gli stessi problemi per la parte del Corno d’Africa, non trovano soluzione perche nascono dal fatto che in questi circa 16 anni passati non è stato fatto quello che adesso il primo ministro etiopico ha fatto.
    In questi anni sia all’On. che al partito di maggioranza del governo PD, abbiamo sempre chiesto di essere il promotore del far rispettare all’Etiopia gli accordi di Algeri, in modo che si possa trovare una soluzione ai vari problemi che favoriscono l’immigrazione non controllata, per la quale l’Etiopia è il primo responsabile.
    La loro risposta fu, di sponsorizzare e dare spazio ai falsi personaggi che avevano un obiettivo di creare problemi in Eritrea e attuare il cosidetto ” regime change ” in Eritrea.

    Sig.ra Marilena pensa che gli eritrei in Italia in questo momento di assaporare una possibile pace con l’Etiopia possano essere soddisfatti di questa intervista su un ” loro sito ” a un personaggio che ha presentato un’interrogazione parlamentare contro l’Eritrea ? Penso che era più opportuno e costruttivo se l’intervista fosse fatta a sua volta quando l’On. ha presentato un’interrogazione parlamentare contro l’Eritrea, per la quale si poteva avere l’opportunità di scambiare idee e visioni anche dell’altra parte, e come Lei dice alla fine del suo commento in risposta al mio
    ………….” Inoltre sono contenta di poter coinvolgere nella “buona notizia” eritrea anche chi non aveva immaginato (o sperato) potesse arrivare. Perché dovremmo aver imparato che alzare muri non porta a niente “.
    Aggiuno anche noi, saremmo stati contenti nel poter essere coinvolti.

    Cordiali saluti.
    Yosef.

    • Marilena Dolce ha detto:

      Gentile Yosef,
      grazie per i chiarimenti sulla sua posizione.
      Che gli eritrei siano sfiduciati nei confronti del pd non fatico a crederlo. E vedendo i risultati elettorali del partito non sono gli unici. Tuttavia l’on. Quartapelle nell’intervista oltre a dire che è contenta del nuovo corso, dice anche che spera che l’Italia non resti a guardare. Parole che finora, come lei sottolinea, non erano mai state dette. D’ora in avanti, per le future decisioni sul Corno d’Africa targate pd, vi si potrà fare riferimento.

      Cordiali saluti

  3. Lamina ha detto:

    Gentile Marilena,
    in risposta al commento dell’amico eritreo Yosef, noto da parte sua delle belle parole nel cercar di avvicinare l’On. Quartapelle all’Eritrea.

    Sono d’accordo con quanto ha scritto il Sig. Yosief. Complimenti.

    Aggiungo dicendo che nel Corno d’Africa il nemico n°1 dell’Eritrea è stato l’ingrato Weyane del Tigrai al potere in Etiopia, che ha rovinato l’entusiasmo è il progresso che era in atto nel paese Eritrea dopo l’indipendenza del 1991. Di questo gli eritrei, e i veri amici dell’Eritrea, nonchè le future generazioni non saranno in grado di dimenticarlo facilmente, perchè hanno vissuto nel proprio corpo il male che questi hanno fatto attuando sia la pulizia etnica nei confronti degli eritrei o etiopi di origine eritrea residenti da varie generazione in Etiopia, sia violentando le donne eritree residenti nei villaggi eritrei , sia impossessando dei loro beni, sia svuotando e distruggendo le salme dei martiri eritrei presso i cimiteri situati nei villaggi e città al confine con l’Etiopia durante la guerra del 1998. Ed altri casi ecc. ecc..

    Allo stesso modo, ma in forme diverse ed elegante in Italia, sono stati il PD di Renzi la sinistra in generale, il mondo della chiesa, ma sopratutto gli ingrati PD milanese che con tutto l’entourage che circonda il partito stesso, dai giornali, alla radio, ai circoli ARCI ecc. in questi ultimi anni hanno volutamente denigrato l’Eritrea, chiamando Eritrea : la Nord Corea dell’Africa, chiamando Dittatore : al suo Presidente. Un presidente che è un partigiano, carismatico e voluto bene dall’intero popolo eritreo, meno 4 (quattro)

    Sig.ra Marilena, l’On che lei ha intervistato è colei che attivamente ha infierito contro l’Eritrea riportando nelle sue interrogazioni parlamentari, o articoli su giornali, le stesse frasi che il governo etiopico del weyane produceva e raccontava contro l’Eritrea. Sia nei talk show televisivi, che nei giornali, alla radio gli esponenti del PD milanese e non solo, erano quasi diventati portavoce del governo di minoranza dell’Etiopia in Italia, egemonizzando l’argomento Eritrea e allo stesso modo i conduttori giornalisti facevano vietare che sul dibattito in corso intervenga qualche esponente della Comunità Eritrea in Italia. Sig.ra Marilena in merito a questo vietare esponenti della comunità nei dibattiti, incontri ecc. penso che sappia perchè hanno voluto far nascere la Carta di Roma.

    Lei Sig.ra Marilena che sicuramente conosce cosa significa pagare il 2% da parte degli eritrei della diaspora, legga quanto l’On Quartapelle ha voluto presentare alla Camera ecco il link http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic5_00718_17.

    Coloro che ancor oggi portano avanti il paese Eritrea coprendo vari ruoli ministeriali, o rappresentanza diplomatica in varie parti del mondo insieme al suo popolo e suo carismatico presidente, sono gli stessi che fin dalla loro età giovanile fino adesso hanno combattuto -per una giustizia sociale, -contro i diritti umani negati, -per portare pace, benessere e ricchezza alla popolazione dell’area e in particolare al loro paese Eritrea. Detto questo: come è possibile che queste stesse persone con circa 50 anni di esperienza in campo possano non rispettare i diritti umani, giustizia sociale, ecc. dei popoli di quell’area, ma in particolare del popolo eritreo che per questi diritti hanno passato metà della loro vita in mezzo ai deserti, senza mangiare, sacrificandosi per ammazzarsi uno per altro, senza l’aiuto di nessuno e tante altre cose che solo i veri eritrei e veri amici dell’Eritrea possono conoscere.
    Bisogna porsi la domanda o sbaglio ?
    Come è possibile che persone con una carica istituzionale di quel livello inteso l’On. da Lei intervistata e suoi colleghi del PD e sinistra in generale, in particolare del PD milanese possono diventare gli avvocati del popolo eritreo urlando ” in Eritrea non ci sono diritti umani, ogni mese scappano 5000 eritrei, costituzione ecc. ecc. ” quando per verificare anzichè incontrare e sentire le voci della maggioranza della Comunità Eritrea in Italia, Ambasciata o Consolato Eritrea in Italia, oppure interpellare il corpo diplomatico d’istanza presente in Eritrea, o andare in loco e vedere con propri occhi, cercano di insegnare la loro democrazia sponsorizzando 4 (quattro) falsi personaggi come finto prete, finta scrittrice, finta dottoressa, e un politico dell’ex ELF che il suo obbiettivo e di creare un Eritrea basata sulla religione islamista. 4 finti personaggi fatti chiamare per un audizione alla Camera, nonchè incontro con la terza carica dello stato On. Laura Boldrini, contro circa 10.000 membri Comunità Eritrea in Italia.

    Ora che la verità comincia a venire a galla, circa tutte le ferite create all’Eritrea, le stesse persone si presentano e vengono intervistate senza che il moderatore stesso del sito eritreo gli possa contraddirle di quanto tanto male hanno fatto a un piccolo paese ERITREA abitato da un grande popolo, GLI ERITREI.

    Il presidente Isaias Afeworki in un intervista in occasione dell’anno nuovo 2018 rivolgendosi agli ingrati Weiane in quel momento al potere in Etiopia, e per dirgli che i giochi utilizzati per circa 20anni per denigrare inutilmente l’Eritrea sono arrivati al termine ha usato una parola “GAME OVER”. Non saprei quale parola simile usare agli ingrati del PD milanese per dirgli la stessa cosa.

    Cordiali saluti.

    • Marilena Dolce ha detto:

      Grazie per il suo commento, che pubblico interamente, senza risposte perchè sostanzialmente sono quelle già date. Il dialogo è sempre positivo, ben venga se a provocarlo è un’intervista.

  4. Yosef ha detto:

    Gentilissima Marilena,
    grazie dell’ospitalità.

    L’essere sfiduciati del PD da parte degli italiani e diverso da quello degli eritrei.
    L’On. Quartapelle non può dire che non è contenta del nuovo corso di pace fra i due paesi sperando che questo nuovo governo resti solo a guardare, perchè come persona della politica italiana per l’On. sarebbe controproducente dire l’inverso. Nessuno nega che l’On. era filo etiopico. Sarebbe stato molto diverso se con il ruolo che copriva nel governo PD passato anzichè essere nemica dell’Eritrea si fosse adoperata per cose costruttive avvicinando l’Italia al paese amico Eritrea e irrobustire ancora di più il legame esistente fra i due popoli, oppure doveva avere un atteggiamento neutrale.
    D’altronde cosa di male ha fatto l’Eritrea all’On. per averlo preso di mira nel modo accattivante ? Niente.

  5. lamina ha detto:

    Gentile Sig.ra Marilena,
    da quanto ha scritto Yosef, e il sottoscritto, non si sta criticando il fatto che ha intervistato l’On. Quartapelle, ma si critica il contenuto dell’intervista, e cioè il voler dare un’immagine positiva dell’On. sul Eritrea, quando in tutti questi ultimi anni è stata una delle protagoniste in negativo della politica del PD, e del governo precedente verso l’Eritrea raccontando sull’Eritrea cose non vere.

    Ha ragione il dialogo è sempre positivo, ma solo quando qualcuno ufficialmente ammette l’errore commesso, o nel caso contrario spiegando all’opinione pubblica italiana e non il perchè in questi anni passati l’ingrato PD milanese ha voluto :
    1) dare un’immagine distorta del paese Eritrea, dicendo scappano 5000 eritrei al mese
    2) dire Eritrea, ” il Nord Corea d’Africa ”
    3) chiamare il carismatico Presidente, ” dittatore ”
    4) ” non volere ” incontrare la vasta Comunità Eritrea
    5) sponsorizzare 4 falsi personaggi, con tanto di premi Ambrogino e non
    6) ecc. ecc.

    Ieri avrà notato l’evento storico accaduto in Asmara con la visita del 1°ministro Etiopico, di quanto il popolo eritreo gli ha riservato un calorosissimo abbraccio e benvenuto. Eppure questo è potuto accadere anche per un indirettamente ” richiesta di scusa ” degli errori commessi all’Eritrea, dai governi etiopici, in particolare dall’ingrato governo Weyane. Le immagini parlano da sole per notare come il popolo ed il governo eritreo hanno voluto ricambiare questa bellissima richiesta di pace e affermazione di errori commessi con tanto di scusa.
    Pertanto come cittadino eritreo, pretendo che anche il PD è in particolare l’INGRATO PD di MILANO chieda scusa principalmente all’Eritrea, al suo carismatico Presidente, e alla vasta Comunità Eritrea in Italia.

    Cordiali saluti.
    Lamina

  6. Yosef ha detto:

    Presumendo che molti amici ( e non ) dell’Eritrea siano tornati dalle ferie, o lo sono ancora in ferie approfitto di questo sito che ospita notizie sull’Eritrea, per invitare e documentarsi comprando il nuovo numero di Panorama uscito oggi, dove grazie a un giornalista serio ed attento ha pubblicato un articolo dal titolo Double Face sulla collaborazione di alcuni cosiddetti mediatori culturali eritrei, ma che in realtà sono altra cosa, nonché amici di alcuni politici del precedente governo.

    Grazie.
    Yosef

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