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Eritrea, caffè e ospitalità

Marilena Dolce
22/10/14
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Bruno Zanzottera, cerimonia del caffè

© Bruno Zanzottera, cerimonia del caffè

Offrire il caffè, spesso con i popcorn, è segno di ospitalità e il rito di degustazione inizia con una prima tazza che si chiama auel poi, se la conversazione continua e non c’è fretta, arriva una seconda tazza, kala’ai infine una terza dal nome emblematico, benedizione, breket per sottolineare l’abbondanza che rende possibile le molte fnjal (tazzine) di caffè.

Anche il fumo che si sprigiona durante la tostatura del caffè è un simbolo di prosperità ed è avvicinato all’ospite per augurargli un lieto destino. Le donne eritree che preparano con gioia e affetto il caffè, bevanda dell’amicizia e dell’incontro, dedicano a loro stesse il momento domenicale dell’auel, pausa canonica per sorseggiare la tazza di caffè tranquille, dopo la funzione religiosa cui si recano digiune.

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da circa dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

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