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Emanuela Del Re, Italia affianca l’Eritrea nello sviluppo
Marilena Dolce
13/12/18
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Emanuela Del Re intervistata da Shabait (Eritrea) e Avvenire (Italia) dice che l’Italia affianca l’Eritrea nello sviluppo.
Il vm agli Esteri, Emanuela Del Re, al termine delle giornate in Eritrea (3-6 dicembre) e dopo il colloquio con il presidente Isaias Afwerki ha rilasciato due interviste per raccontare il viaggio e le sue impressioni.
La prima a Shabait, organo di stampa del ministero dell’Informazione, mentre ancora era in Eritrea. La seconda, invece, all’Avvenire, quotidiano CEI, al suo arrivo in Italia.
Quella che è andata in Eritrea, guidata dal vm Del Re è stata una folta e composita delegazione della Farnesina. Persone interessate a ritrovare un paese che già conoscevano o a conoscere il paese per la prima volta. Scopo, migliorare i rapporti tra Roma e Asmara che, prima della firma dell’accordo di pace dello scorso luglio, erano discontinui e intermittenti.
L’Eritrea è un paese che affascina molti. E così è stato per il vice ministro Del Re, “colpita al cuore” dalla bellezza dei luoghi e dalla cortesia della gente. “La prossima visita” ha detto a Shabait “sarà una visita privata”. Vorrei, ha aggiunto, tornare con la mia famiglia. Mi piacerebbe che i miei figli avessero amici eritrei, ha detto.
Parole che non devono suonare retoriche. Ai molti eritrei che l’hanno incontrata la vice ministro è piaciuta. Soprattutto è sembrata autentica e sincera. Doti rare in politica.
Questo però ero un viaggio di Stato. Con al centro l’incontro con il Presidente Isaias Afwerki. “Abbiamo discusso del futuro dell’Eritrea”, ha detto durante l’intervista a Shabait, riferendosi al colloquio.
Un futuro, ha spiegato, fatto di investimenti, progetti, imprenditorialità. In questo senso Italia ed Eritrea, secondo la Del Re, possono marciare affiancate. L’uno aiutando lo sviluppo dell’altro. Con benefici per entrambi. Contemporaneamente alla delegazione ministeriale c’erano già in Eritrea imprenditori interessati a conoscere le opportunità offerte dal paese. Dall’agricoltura alla pesca, dalle costruzioni alle infrastrutture.
“Ho iniziato il mio viaggio dall’Eritrea”, proseguito poi per Addis Abeba, Gibuti e Mogadiscio, “perché ritengo”, ha detto la Del Re, “che ci si debba concentrare sull’Eritrea per la sua lunga amicizia con l’Italia”.
Una volta rientrata in Italia il vm Del Re non si è rimangiata le parole.
Gli stessi concetti espressi ad Asmara li ha ripetuti all’Avvenire. “Tra Italia ed Eritrea c’è molto in comune”, ha detto il vice ministro.
Per questo motivo il cammino per la crescita dell’Eritrea può essere condiviso dall’Italia. Una condizione favorita da diverse circostanze. La presenza in Italia di una numerosa diaspora eritrea. Il fatto che parte dell’attuale classe dirigente eritrea abbia studiato in Italia. Infine il forte legame culturale tenuto vivo dalla presenza della scuola italiana, la più grande all’estero.
Quanto alla conversazione con il Presidente, la Del Re ha ripetuto, ancora una volta, che la base del discorso è stata la condivisione degli obiettivi e la necessità di un cammino affiancato dei due paesi.
All’Eritrea serve quanto l’Italia può dare, investimenti nei porti, nelle strade, nelle ferrovie e nel settore agricolo.
“L’Eritrea” spiega la Del Re “dal punto di vista economico vuole collocarsi su un versante di qualità e qui possiamo offrire molto anche sul versante dell’innovazione.”
Nel Paese, in pace con l’Etiopia dal 9 luglio scorso, molti traguardi sono stati raggiunti, altri sono in corso.
Ora, dice il vice ministro “l’Italia sta portando avanti una serie di azioni per permettere cambiamenti. Per quanto la comunità internazionale faccia giustamente richieste molto ferme, i Paesi hanno diritto di prendersi del tempo per affrontare i problemi. C’è una grande riflessione in atto. È un momento bellissimo, di grande fermento. La classe politica sa cosa fare per tornare sul piano globale, diamogli tempo e fiducia. Abbiamo già visto un cambiamento con la pace con l’Etiopia, per noi è l’inizio di un processo che ha bisogno di fasi. Chiediamo, insomma, ma siamo rispettosi”.
Infine alla domanda di Avvenire sul ruolo dell’Italia nella regione, la Del Re risponde che “occorre riconoscere l’integrazione regionale e il ruolo degli altri paesi di aiutare la Somalia. L’Italia ha cancellato il suo debito di 600 milioni e a febbraio si laureano i giovani somali con borse di studio italiane. “I nostri concorrenti nella regione”, conclude il vice ministro, “sono cinesi e sauditi che vogliono superarci in velocità. Noi vogliamo accompagnare i processi”.
Il fatto che parte dell’attuale classe dirigente eritrea abbia studiato in Italia. ???????siamo sicuri ?
Si, molti funzionari, ministri e ambasciatori eritrei parlano italiano perchè hanno studiato in Italia durante gli anni della guerra (1961-1991).