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Asmara, le panche della Cattedrale raccontano la storia

Marilena Dolce
24/09/19
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Le panche della cattedrale di Asmara raccontano la storia
La Cattedrale di Asmara, dedicata alla Madonna del Rosario, nell’attuale Harnet Avenue, sorge nel 1922.
Le sue panche in legno, con le dediche delle famiglie che le hanno donate, raccontano un frammento di storia italiana.
Progettata dall’architetto milanese Oreste Scanavini, la Cattedrale è in stile lombardo, simile a molte chiese che si trovano nel nord Italia. Per esempio la basilica dedicata a Sant’Agostino a Milano, incredibilmente somigliante a quella di Asmara.
La Cattedrale di Asmara comprende, oltre alla chiesa, la missione e la scuola. Un complesso costruito da artigiani e impresari italiani, grazie anche al contributo di molti benefattori privati.
Nel 1923 durante una visita in Eritrea, il re Vittorio Emanuele III porta in dono per la Cattedrale, l’Assunzione, un dipinto del pittore romano Carlo Maratti (1625-1713). La pala da allora è collocata dietro l’altare.
Durante il suo recente viaggio Vittorio Sgarbi, dopo aver visitato la Cattedrale, ha chiesto all’Ambasciata italiana di Asmara di valutare l’opportunità di restaurarla.
La Cattedrale, durante il colonialismo, è molto frequentata soprattutto per la messa domenicale. È un luogo di culto che rimane nel cuore di chi anche lascia la città. Segno di questo affetto per la Cattedrale e per Asmara sono le dediche che si leggono sulle panche.
Nelle chiese cattoliche le panche dove i fedeli siedono durante le funzioni sono spesso donate dalle famiglie. Un modo per sostenere la parrocchia e ricordare un parente.
Così è anche per le panche della Cattedrale di Asmara. Esse raccontano storie lontane di persone arrivate dall’Italia in Eritrea per lavorare e, qualche volta, sposarsi e avere figli.
Dal 1890 al 1941 l’Eritrea è colonia italiana. Poi, quando gli italiani perdono la seconda guerra mondiale, a loro succedono gli gli inglesi.
Tuttavia molti italiani restano per continuare a lavorare e vivere in quella che considerano una seconda patria. Almeno fino agli anni Settanta quando il Derg etiopico di Menghistu Heile Mariam spazza via tutto con l’obiettivo di impoverire e soggiogare l’Eritrea.
I banchi in legno raccontano così della presenza ad Asmara del dott. Giulio Mariano Tosatti, pediatra dell’Ospedale Regina Elena, ora Orotta, che immaginiamo in camice bianco mentre visita i tanti bambini della città.
E poi, con la gentilezza delle parole di un tempo, leggiamo il ricordo di genitori e amici. Spaccati di vita felice, come quella dei coniugi Emilio Cicogna e Gisa Rossetti, ricordati dal figlio Giancarlo.
Amicizie nate ad Asmara, che non finiscono mai.
Perciò accanto a Emilio e Gisa sono ricordati gli amici Giannetto e Gabriella perché la loro è “una grande amicizia con Asmara nel cuore”.
Gabriella muore centenaria, felice di raggiungere nel “paradiso degli asmarini”, non solo il marito Giannetto ma anche gli amici che l’hanno preceduta.
Memorie che si intrecciano. “Gabriella Spadoni”, scrive in un necrologio pubblico Giancarlo Rossetti, “è stata la più grande amica di mia madre”. “Era loro consuetudine” aggiunge “insieme ad altre amiche trascorrere i pomeriggi a casa nostra, in largo Finocchiaro Aprile, la piazza del Bar Zilli, a far di maglia e d’uncinetto, a programmare le rituali scampagnate domenicali.
Donne italiane arrivate nella colonia eritrea al seguito dei mariti che riproducono, lontane da casa, in una terra ben diversa da quella d’origine, stili di vita e consuetudini imparate in Italia.
Mi raccontava una donna italiana nata in Eritrea che sua mamma vi era giunta dopo il matrimonio. Con il marito militare abitava vicino alla caserma, a Senafe. E qui lei si era data subito da fare per aiutare le suore con ago e filo. Cuciva pantaloni e abitini per i piccoli del paese. E le mamme eritree ne erano talmente felici che quando potevano le portavano piccoli doni.
Una bella storia.
Certo nessun colonialismo è buono. Tuttavia, nelle pieghe di un’imposizione politica sbagliata, possono trovare posto rapporti d’amicizia belli, da non dimenticare.

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da circa dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

3 risposte a “Asmara, le panche della Cattedrale raccontano la storia”

  1. Seble Ephrem ha detto:

    The cathedral is listed and forms part of a #UNESCO world heritage site within ” #Asmara – #Africa’s Modernist City”.

  2. Liliana ha detto:

    La ricordo sempre con nostalgia è stata la mia chiesa per 27 anni fino a che ho lasciato Asmara per venite in Italia

  3. Franco Chessa ha detto:

    Sono stato battezzato in questa cattedrale nel 1939 essendo nato proprio di fronte alla chiesa
    in viale allora mussolini dove i miei genitori avevano negozi di generi elettrici sino all’arrivo
    degli inglesi dovendo poi rimpatriare lasciando
    tutto.

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