Goal dell’Eritrea sugli indici del Millennium (MDG’s)
© Michele Pignataro, Asmara, mamma con bambino
L’Eritrea quest’anno ha raggiunto un importante traguardo per le donne, maggior sicurezza del parto, minor incidenza di mortalità materna, il quinto degli otto obiettivi fissati dalle Nazioni Unite per certificare lo sviluppo che i 191 stati membri si sono impegnati a conseguire entro il 2015.
Per i paesi in via di sviluppo il miglioramento della salute materna è uno degli obiettivi più difficili da raggiungere per la cronica mancanza d’infrastrutture e di personale sanitario.
Sul sito della Commissione Europea si legge che ancora oggi, ogni anno, nel mondo, un milione di bambini rimangono orfani per la morte della madre subito dopo il parto.
L’Eritrea, per garantire un futuro migliore alle donne, si è impegnata con Unicef, Oms, Unfp, Undp per promuovere campagne informative, corsi di formazione per il personale sanitario e per costruire strade e ambulatori, rendendo efficace l’aiuto ricevuto. «In Africa il nostro Paese ha la più alta aspettativa di vita» ha detto Yemane Ghebreab, responsabile del People’s Front of Democracy and Justice in un’intervista rilasciata a EritreaLive lo scorso gennaio, «ed è uno dei cinque paesi africani che riusciranno a raggiungere i Millennium Development Goals». «Noi crediamo» continua «nella cooperazione basata sul concetto di partnership quando esistono obiettivi condivisi. È la formula donatore/ricevente che non funziona».
L’aiuto, per non provocare corruzione, per non essere una vuota carità, deve conoscere e condividere i progetti del paese dove interviene.
Nelle zone rurali eritree, scrive il report delle Nazioni Unite, ostetriche e medici arrivavano con difficoltà e la mortalità delle puerpere era alta: 1400 decessi ogni 100 mila nati, soprattutto per le complicanze del travaglio.
© Paolo Pernigotti, Eritrea, bassopiano
In questi anni l’intervento ha mirato a portare ovunque, soprattutto nelle zone più isolate, senza strade, personale capace di assistere le puerpere, per prevenire i problemi legati a travaglio e parto.
Oggi l’Undp, il programma di sviluppo delle Nazioni Unite, certifica che quella dell’Eritrea è la strada giusta per conseguire il quinto obiettivo di sviluppo del millennio che prevede la riduzione del tasso di mortalità di tre quarti entro il 2015, cioè meno di 350 morti ogni 100 mila nascite.
Le future mamme non dovranno più compiere lunghi e pericolosi viaggi durante il travaglio per cercare lontano un’assistenza che possono avere vicino a casa.
Nei prossimi quattro anni saranno necessari ancora 88 milioni di dollari per completare gli interventi a garanzia delle sicurezza di madre e neonato.
Soldi spesi bene, perché il parto non deve più essere una questione di vita o di morte.
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