Milano, 1 ottobre 2012, intervento Mario Monti al Forum della Cooperazione Internazionale
Milano ospita il Forum della Cooperazione Internazionale
1.600 presenze registrate al Teatro Strehler di Milano, (1 e 2 ottobre) per partecipare al Forum della Cooperazione Internazionale voluto dal Ministro Andrea Riccardi.
Quello guidato da Riccardi, fondatore della Comunità Sant’Egidio, è il primo ministero (senza portafoglio) per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo.
“Finalmente un appassionato d’Africa” scrive il Corriere della Sera, riferendosi ad Andrea Riccardi che ha il difficile compito di garantire alla Cooperazione un’azione indipendente da quella diplomatica, per questo motivo è positiva la presenza al Forum del Ministro degli Esteri Giulio Terzi.
I lavori sono aperti da un video messaggio del Presidente Giorgio Napolitano che entra subito nel vivo, ringraziando i volontari, laici e religiosi che lavorano sul campo e chiarendo che il senso della cooperazione non può limitarsi ad un “imperativo etico di solidarietà”. Deve diventare “politica estera nel senso più nobile e più elevato della parola, come indice di presenza e immagine dell’Italia nel mondo e cartina di tornasole della nostra capacità di giocarvi un ruolo adeguato”.
Il problema è con quali soldi fare ciò?
Posto che i benefici superino i costi, l’Italia però, nel 2011, ha destinato agli aiuti lo 0,19 del pil, meno dello 0,2 concordato a livello europeo.
Il discorso di Andris Piebalgs, European Commissionar for Development, chiarisce che la politica di cooperazione per lo sviluppo dell’Unione europea dovrà avere, come obiettivo primario, la riduzione e, a lungo termine, lo sradicamento della povertà, perché è obbligo morale dei paesi ricchi dare, a tutti coloro che vivono con meno di un dollaro al giorno, una decent life, una vita accettabile.
Questo sia per proiettare all’estero una buona immagine del proprio Paese, come spiegherà anche Riccardi nel suo intervento, sia per spezzare il legame fra povertà e insicurezza.
Una cosa è certa, dice Piebalgs, dare alla gente una buona scuola, sanità funzionante, buone istituzioni e infrastrutture adeguate significa aiutarla a uscire da sola dallo stato di povertà, realizzando aiuti finalizzati, a termine.
Un aiuto di questo genere è quello che può offrire la tecnologia, per esempio nel settore energetico.
“Non può esservi sviluppo se non si dispone di energia elettrica. Con l’acqua si sopravvive, con l’energia c’è sviluppo” dice Paolo Scaroni, AD Eni, main sponsor della manifestazione, perché “nell’Africa subshariana, ricca di petrolio e di gas, due terzi dei seicento milioni di abitanti che la popolano non hanno accesso all’energia elettrica”.
L’ Unione europea, dice Piebalgs ritiene fondamentale un aiuto combinato, pubblico e privato, (in Italia i fondi ministeriali per la cooperazione sono crollati, 732 milioni nel 2008, 86 nel 2012) per “portare i servizi della moderna energia a quel miliardo di persone che attualmente conta sul carbone per cuocere, sulle candele e sull’olio per avere la luce”.
Solidarietà e Mondo sono parole che ritornano spesso nei discorsi del Forum.
Il Ministro Riccardi, nel suo intervento, parla di solidarietà verso i “molti paesi del mondo” dove “c’è domanda d’Italia” per essere in prima fila, capaci di rispondere alle esigenze e promuovere una “tenerezza tra i popoli” come spiega il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.
“Muovi l’Italia, cambia il mondo” chiede il Forum.
Ma quest’Italia che si muove per cambiare il mondo, dove va?
In Africa subshariana (42%), nel Mediterraneo e Medio Oriente (30%), in Asia e Oceania (15%) , in America Latina e Caraibi (13%).
I prossimi aiuti italiani programmati per l’Africa riguardano Senegal, Niger, Sudan, Kenya, Etiopia, Somalia, Mozambico ed Eritrea.
Recentemente in Burkina Faso paese che ha avuto un ruolo positivo per la liberazione della cooperante Rossella Urru (presente al Forum) è stato firmato un accordo di cooperazione con l’Italia e si è aperto un ufficio in loco.
Il Presidente del Burkina Faso, Blaise Compaore, invitato come relatore, esprime soddisfazione per i numerosi incontri avuti nel corso del 2012 con l’Italia, convinto che la cooperazione tra i due Paesi possa frenare i movimenti terroristici nel Sahel, i traffici d’armi e di stupefacenti. Dice inoltre che c’è sintonia tra l’idea italiana per lo sviluppo del Burkina Faso e le strategie di crescita adottate dal Paese.
Il suo è un discorso quasi ignorato dai media nazionali, cui l’internazionalizzazione del Forum sembra sufficientemente rappresentata dalla presenza dei volontari delle 1.400 ong italiane che all’estero lavorano.
La sintonia degli obiettivi tra Paese “ricevente” e Paese “donatore”, con le sue ong, è un punto centrale per una cooperazione efficiente e priva di tensioni.
Il direttore generale di Medici Senza Frontiere Italia, Kostantinos Moschochoritis, dice che le ong hanno, progressivamente, perso indipendenza e neutralità, approvando il concetto di “missione integrata” voluta dagli Usa per esportare, con gli aiuti, la propria politica.
Lo scorso giugno il ministro Riccardi, in visita ufficiale in Eritrea, ha parlato con il Presidente Isaias Afwerki, con il ministro degli esteri Osman Salhe e con il ministro per lo sviluppo economico Ghiorghis Teklemichael a proposito di cooperazione fra Italia-Eritrea.
L’Eritrea ha più volte spiegato di volere una cooperazione, una volta chiamata aiuto, con l’Italia, purché in sintonia con le proprie scelte. Una cooperazione trasparente, che faccia crescere il Paese realizzando quanto stabilito insieme alle istituzioni eritree, senza prevaricazioni e imposizioni. Oggi la fase “caritatevole” degli aiuti sembra superata.
Nel suo libro uscito nel 2010, l’economista Dambisia Moyo infatti scrive “le ong sono poco efficienti, hanno alti costi amministrativi…sono costrette a ubbidire agli ordini del governo donatore, nonostante l’evidente irrilevanza nel contesto locale”.
La cooperazione indicata dal Forum avvia un dialogo importante e diverso, per promuovere nel sud del mondo crescita, sviluppo e sicurezza nel reciproco rispetto.
Marilena Dolce
Marilena Dolce, giornalista. Da più di dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.
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