Immigrazione e Media ne parla Laura Boldrini, Unhcr
Marilena Dolce
08/05/12
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Laura Boldrini, Unhcr, spiega come i media parlano e scrivo di immigrazione
Perugia, 26 aprile Festival Internazionale del Giornalismo 2012, considerazioni in margine al panel “immigrazione e media”
L’intervento di Laura Boldrini portavoce dell’UNHCR, (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) che è possibile ascoltare in streaming, apre una questione importante sul modo in cui i mezzi di informazione affrontano la questione dei migranti.
Le conseguenze della “primavera araba” hanno portato giornali, tv e radio ad utilizzare parole come “ondate”, “tsunami”, “esodi biblici“, “invasioni”, metafore e similitudini create non per analizzare e capire ma per alimentare la paura dello straniero, del “clandestino”.
Il 12 febbraio 2011 il Consiglio dei Ministri, dopo che il Ministro dell’Interno Maroni diffonde dati che prevedono lo sbarco sulle coste italiane di mezzo milione di persone, dichiara l‘emergenza e riapre il centro di Lampedusa.
I media italiani, attenti alla politica interna e senza informarsi diversamente, ripropongono nei titoli dei giornali le pessimistiche previsioni. Migrazione uguale minaccia, come sottolinea Laura Boldrini nel libro “Tutti Indietro” (2009).
In questo contesto l’unico dato fornito è quello quantitativo che separa la migrazione da ogni valenza umana.
Jürgen Habermas, nel 1994, in un saggio sul multiculturalismo (lotta di riconoscimento nello stato democratico di diritto, “Ragion Pratica” anno II, n°3) scriveva che il riconoscimento (dell’altro) sul piano internazionale deve passare attraverso la lotta all’eurocentrismo e al predominio culturale dell’Occidente perché la gran massa di coloro che emigrano provengono dal sud del mondo e fuggono dalla povertà; ed è contro questa immigrazione che scende in campo “lo sciovinismo europeo del benessere”.
Gli arrivi via mare, anche se enfatizzati, riguardano una piccola percentuale di migranti, la maggior parte arriva via terra o in aereo e si ferma prolungando un temporaneo visto turistico.
Nel 2011 la guerra in Libia e la “ripicca” di Gheddafi contro l’Italia alleata dei nemici europei, coinvolge nel dramma della migrazione civili di diverse nazionalità, rifugiati ma più spesso semplici lavoratori che devono scegliere se tornare nel paese più povero da cui provengono o tentare una nuova emigrazione, come scrive sul Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini , “E il Colonnello farà partire migliaia di profughi”, (9 maggio 2011).
A marzo (2011) un documento preparato dall’Istituto Affari Internazionali,(IAI) stima in seimila gli sbarchi da inizio d’anno (Doc IAI 1105). In tutto dalla Libia in Italia sono arrivate 28 mila persone.
La nascita dell’Agenzia Frontex, operativa dal 2005 (Agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea) evidenzia il principio di “non respingimento” secondo cui gli Stati membri dell’Ue non possono espellere o respingere i richiedenti asilo verso luoghi in cui la vita o la libertà sono minacciati.
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