Incontro trilaterale Etiopia-Italia-Somalia e apertura per le imprese italiane.
Una due giorni ad Addis Abeba, dal 14 al 15 aprile per la presidente del consiglio Giorgia Meloni ricevuta “calorosamente” al suo arrivo dal premier Abiy. Così si legge su Affari Italiani
Un incontro programmato che segue quello dello stesso Abiy avvenuto lo scorso 6 febbraio a Roma. Giorgia Meloni, sottolinea il governo,è il primo leader occidentale ad andare in Etiopia dopo la fine del conflitto nel nord del Paese.
Già durante i colloqui in Italia con il premier Abiy Amhed, la Presidente del Consiglio aveva detto che l’impegno del suo governo sarebbe stato quello di intensificare i legami storici e commerciali tra i due Paesi. Sarebbe nato un “piano Mattei” per l’Africa, cioè una cooperazione allo sviluppo senza prevaricazioni, basato sull’idea che non si debba agire come predatori ma come partner.
L’Italia, dice Giorgia Meloni, sarà a fianco di un’Etiopia unita, Paese che considera centrale per la stabilità del Corno d’Africa.
Il viaggio di questi giorni, come del resto l’incontro di Roma, si svolgono, infatti, dopo la firma dell’accordo di Pretoria del 2 novembre 2022. Una data che ha messo fine alle ostilità tra governo federale e Tplf, (Tigray People’s Liberation Front) facendo iniziare un percorso di pace certamente non facile né concluso.
Durante gli incontri a Roma il governo italiano ha sottoscritto una dichiarazione congiunta con l’Etiopia. Si è stabilito un piano di sviluppo triennale del valore di 140 milioni, di cui 100 come prestito agevolato e 40 in forma di sovvenzioni per sostenerne lo sviluppo economico. A latere sono stati inoltre stipulati ulteriori accordi commerciali per 42 milioni di euro, fra il vice primo ministro Antonio Tajani e il ministro delle Finanze Amhed Shide. Cifre che sommate ai 17 milioni di euro precedentemente approvati portano l’impegno italiano in iniziative di cooperazione e sviluppo verso l’Etiopia a quasi a 200 milioni di euro.
I settori di intervento saranno soprattutto in campo energetico, delle infrastrutture, della difesa, ma anche nel settore del caffè e per un forte sostegno alle aree colpite dalla siccità.
Per aumentare il numero di imprese italiane è prevista a breve una missione di imprenditori italiani che già hanno lavorato in Etiopia, come la Webuild, conosciuta per aver realizzato la diga, Grand Ethiopian Renaissance Dam.
Ad Addis Giorgia Meloni ha incontrato, oltre al presidente dell’Unione Africana Moussa Faki, il presidente somalo Hassan Sheikh Mohmaud, arrivato nelle stesse ore nella capitale etiopica.
Non un primo incontro. Il presidente somalo e la premier infatti avevano già avuto un colloquio a Roma l’8 febbraio scorso. In quell’occasione Giorgia Meloni aveva confermato alla Somalia il proprio sostegno in campo economico e per la sicurezza del Paese, ribadendo ancora una volta che l’impegno verso il Corno d’Africa è un punto centrale della politica internazionale del suo governo.
Per questo motivo poco prima del rientro in Italia, ad Addis Abeba, si è svolto l’incontro trilaterale tra Giorgia Meloni, il premier Abiy Amhed e il presidente somalo Hassan Sheick Mohmaud.
Su quanto detto tra le parti la portavoce del premier Abiy, Billene Seyoum, ha dichiarato che il primo ministro ha confermato l’impegno per rafforzare i legami economici dell’Etiopia con la Somalia. Mentre Giorgia Meloni ha ribadito la disponibilità dell’Italia a facilitare, in entrambi i Paesi, l’avvio di opere per infrastrutture stradali che potranno essere progettate e realizzate da imprese italiane. Il governo, ha detto inoltre la Meloni, sosterrà le imprese italiane che si impegnano in Etiopia nei settori dell’agricoltura, del turismo e delle energie rinnovabili.
L’incontro tra Somalia, Etiopia e Italia ha avuto inoltre lo scopo di dare un importante e concreto segnale del ritorno dell’Italia nel Corno d’Africa. Già nel 2018, dopo la pace tra Etiopia ed Eritrea, l’allora primo ministro Giuseppe Conte era andato nei due Paesi, tuttavia il suo viaggio non ha portato sviluppi concreti, nonostante le grandi aspettative. Così come in questi anni, dal 2020 al 2022, l’Italia non si è attivata nella ricerca di soluzioni politiche per la guerra provocata dal Tplf nel Tigray. Uno scontro che ha causato centinaia di migliaia di vittime.
Nel corso della sua visita Giorgia Meloni ha ricordato il prossimo Summit intergovernativo Italia-Africa che si svolgerà a Roma. Sarà anche l’occasione per presentare il “piano Mattei” per gli interventi italiani nel continente africano.
Così pure ha detto che, sempre Roma, ospiterà l’evento delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari, il Food Systems Stocktaking Moment, presso la Fao, dal 24 al 26 luglio.
L’Italia, inoltre, coordinerà con il Sudan la conferenza di New York del 24 maggio prossimo sulle crisi umanitarie nel Corno d’Africa.
Sul tema dei migranti sono state affrontate le questioni della regolamentazione dei flussi e della formazione professionale in loco per creare nuovi posti di lavoro. La premier ha anche aggiunto che il suo obiettivo è “l’eliminazione della protezione speciale, perché si tratta di un’ulteriore protezione rispetto a quello che accade nel resto d’Europa”.
Al termine Giorgia Meloni ha definito “ottimo” Il bilancio del viaggio in Etiopia. “C’è molta attenzione”, ha detto “per la nostra capacità di cooperare in modo non predatorio contribuendo alla stabilità delle nazioni africane, difendendo così anche le nostre aziende sul territorio e contrastando le cause dell’immigrazione illegale”.
Missione compiuta dunque quella di Giorgia Meloni nel Corno d’Africa? Non del tutto.
Dice, preferendo restare anonimo, un diplomatico europeo di stanza ad Addis Abeba che “è stata persa un’occasione verso l’Eritrea, paese chiave per la stabilità di tutto il Corno d’Africa, che ha avuto un ruolo fondamentale per evitare la destabilizzazione dell’Etiopia, salvando il governo del primo ministro Abiy. Inoltre ha addestrato e continua ad addestrare truppe somale per combattere contro i terroristi di Al Shabab, con grande riconoscenza da parte del governo somalo. In questo momento poi si sta impegnando per la cessazione delle ostilità in Sudan (ndr, è di questi giorni lo scoppio del conflitto tra esercito e milizie Rapid Support Forces, RSF che sta causando scontri nelle strade della capitale). L’Eritrea è un paese strategico per la sua posizione e la sua storia. L’Italia queste cose le sa bene”. “Spero”, aggiunge “che una visita in Eritrea sia in programma, anche per contrastare la crescente presenza cinese”.
Marilena Dolce
Marilena Dolce, giornalista. Da più di dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.
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