Eritrea, aumenta il numero delle vaccinazioni obbligatorie.
Eritrea, manifesto per la campagna vaccinale per i bambini
Da questo mese di agosto, il Ministero della Sanità eritreo ha aumentato il numero delle vaccinazioni obbligatorie. Si è aggiunta, infatti, quella contro la meningite, portando il numero a tredici. Una condizione che riguarda i bimbi da uno a sei mesi che saranno portati dai genitori negli ambulatori di quartiere per essere vaccinati. Secondo il Ministero della Sanità, ad oggi, sono oltre 2 milioni e ottocentomila i cittadini di età compresa tra uno e trent’anni già vaccinati contro la meningite causata da pneumococco.
Rendendola obbligatoria si allunga la serie di vaccini per proteggere i bambini da malattie pericolose come tubercolosi, tetano, poliomielite, morbillo, epatite. Dal 25 agosto inoltre l’Eritrea fa parte dei paesi dell’Africa nei quali la poliomielite è stata sconfitta, come attestato dall’Oms.
Secondo le ultime statistiche la mortalità infantile in Eritrea è del 40 per 1.000. Un buon valore rispetto ad altri Paesi dell’area, 104 per 1.000 Somalia, 75 Etiopia, 56 Sudan, 53 Gibuti.
La situazione sanitaria positiva è confermata anche dal raggiungimento dei tre obiettivi sulla salute indicati per il 2015 dai Millennium Development Goals.
Obiettivi proposti dall’Onu e condivisi da 191 paesi.
Negli ultimi anni in Eritrea la mortalità neonatale si è drasticamente ridotta grazie alla maggior sicurezza durante il parto.
Oggi la lotta contro il Covid19, la pandemia che sta affliggendo il mondo, vede nuovamente l’Eritrea in buona posizione. La politica di prevenzione e contenimento, quarantena e tamponi, sta dando buoni risultati, con un totale di casi, circa 300, ben al di sotto rispetto ai Paesi confinanti.
Secondo quanto dichiarato dal Ministero della Sanità, in Eritrea ci sono 350 tra ospedali e presidi sanitari decentrati. Aprire piccoli ambulatori un po’ ovunque è stata la scelta per arrivare anche dove mancano strade e i villaggi sono formati da poche case.
Nel 2014, secondo dati eritrei, c’erano nel paese 215 medici, oggi ce ne sono più di diecimila e ogni anno aumentano i giovani che si laureano in medicina. Molti infermieri e medici che lavorano negli ospedali pubblici delle città, dedicano volontariamente ore di assistenza nei piccoli ambulatori, magari del proprio paese d’origine.
Durante la lotta per l’indipendenza, negli anni Novanta, nelle zone liberate c’era un solo medico in grado di occuparsi di bambini. Oggi fortunatamente non è più così. Per questa ragione l’aspettativa di vita si è alzata sensibilmente, passando da quaranta a sessant’anni.
Fonti del Ministero degli Interni italiano testimoniano la buona situazione vaccinale esistente in Eritrea, dato che emerge dal monitoraggio degli arrivi dei migranti.
Il 97 per cento di chi arriva dall’Eritrea è vaccinato, sano e “non porta malattie”. Osservando più nel dettaglio, la percentuale più alta, pari al 97%, riguardano le vaccinazioni contro Difterite Tetano e Pertosse e contro la tubercolosi. Mentre scende al 95 per centro (dato 2018) per l’emophilus influenzae e al 93 per cento contro il morbillo.
All’attenzione per le vaccinazioni si aggiungono i controlli periodici dopo la nascita per accertarsi che i bambini crescano in salute con peso e altezza nella norma. Un impegno cui devono far fronte i genitori rispettando le indicazioni ricevute in ospedale al momento del parto.
Nei reparti maternità e nelle strutture sanitarie infatti ci sono manifesti che spiegano sia la necessità dei frequenti controlli, sia l’importanza dei vaccini. Campagne per informare e sensibilizzare i genitori.
Appena nato il piccolo è subito vaccinato contro la poliomielite.
Inoltre ai genitori è consegnato un libretto informativo contenente l’elenco dei vaccini e l’avvenuta registrazione. Mentre il controllo dello sviluppo inizia 45 giorni dopo la nascita.
Una giovane coppia eritrea mi dice che al primo appuntamento in ospedale per il controllo programmato, il medico li stava per sgridare, pensando avessero portato il piccolo alla visita ben oltre il termine prestabilito. Nel loro caso però il problema era solo che il bimbo era più grande rispetto alla media. Nessuno in Eritrea, spiegano i giovani genitori è “no vax”. Le vaccinazioni obbligatorie sono considerate un bene che aiuterà i bimbi a crescere più sani e forti dei loro nonni.
Lascia un commento