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Eritrea, Intervista presidente Isaias Afwerki ai media locali

Marilena Dolce
13/02/20
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Eritrea, Intervista presidente Isaias Afwerki ai media locali

Intervista deel presidente Isaias Afwerki ai media locali

Negli scorsi giorni, in occasione della ricorrenza Fenkil, trent’anni di liberazione della città di Massawa,  il presidente Isaias Afwerki è stato intervistato dalla televisione di Stato. L’intervista è stata ripresa in inglese, nei punti essenziali, dal Ministero dell’Informazione via tweet.

Durante l’intervista, durata più di due ore, il Presidente ha affrontato molte questioni di politica interna ed estera. Innanzi tutto il processo di pace tra Eritrea ed Etiopia, la situazione in Sudan, Somalia, nel Corno d’Africa, sul Mar Rosso e lungo il bacino del Nilo.  Analisi precise sulla situazione attuale inserite nel contesto storico successivo alla seconda guerra mondiale.

 Per l’Eritrea, ha detto il Presidente, pace e stabilità sono sempre state questioni di primaria importanza. Non certo un mezzo per tattiche politiche a breve termine.

Analizzando l’attuale situazione politica il Presidente Isaias ha plaudito il coraggio del premier etiopico Abiy Ahmed. Importante innanzitutto, ha detto,  la sua decisione di accettare pienamente la sentenza “finale e vincolante” della commissione di confine Eritrea ed Etiopia (EEBC). Quindi di avviare una radicale riforma politica all’interno del Paese per modificare quanto fatto nei decenni precedenti dal TPLF (Tigray People’s Liberation Front).

E su questo punto il Presidente è esplicito, quello della “cricca” contro la pace, per mantenere il trentennale potere, è un gioco finito. Game over.

Una politica, dice il Presidente riferendosi al federalismo etnico, che ha provocato divisioni fin dalla sua nascita nel 1991. Una scelta fatta anche per compiacere potenze straniere, spiega.

Ricordiamo che è nel 1995 che l’Etiopia, con Meles Zenawi, sceglie un governo federalista su base etnica. Già a suo tempo molti osservatori internazionali  giudicano però tale federalismo un’imposizione dell’élite per autolegittimarsi e controllare i gruppi minoritari.

I Tigrini infatti rappresentano solo il 6 per cento della popolazione ma controllano le altre etnie, tra le quali Oromo, circa 35 per cento e Amhara, il 30 per cento

Per questo motivo, dice il Presidente, Il federalismo etnico non avvantaggia tutti gli etiopici.

Quanto a Badme (ndr la zona di confine conteso tra Eritrea ed Etiopia, 1998-2000) è la stessa cricca avvinta al potere che cerca di impedire il completamento della decisione favorevole all’Eritrea.

Ora, però, punto nodale per l’Etiopia è che le riforme interne, volute dal premier Abiy, riescano a stabilizzare il paese. Questa è una precondizione perché la pace con l’Eritrea sia duratura.

Il Presidente ha inoltre avuto parole di stima per il suo popolo. È stato grazie alla resilienza degli eritrei, ha detto, se il Paese oggi ha un nuovo clima di pace, per sé e per la regione.

A niente è valso, ha continuato il Presidente, l’atteggiamento ostruzionista della cricca (ndr etiopica)  che voleva boicottare la restituzione di quanto era stato tolto all’Eritrea. Badme è territorio eritreo e la sua restituzione è un pilastro dell’Accordo di Algeri. Per questo è nell’agenda dell’Etiopia.

Per quanto riguarda il Sudan, il Presidente considera positiva la fine del regime  passato che aveva sostenuto il fondamentalismo islamico. Ora, sebbene vi sia ancora un governo di transizione, il Sudan avrà comunque gli esiti positivi della nuova situazione.

Nelle stesse ore è arrivata anche la notizia che il Sudan consegnerà alla Corte Penale Internazionale dell’Aja, Al Bahir, l’ex presidente deposto lo scorso aprile dopo una rivolta di massa.

Il Presidente Isaias ha poi illustrato gli 11 punti del programma di sicurezza e cooperazione allo sviluppo per gli Stati che si affacciano sul Mar Rosso, vitale rotta marittima internazionale.

Inoltre ha sottolineato l’importanza, per il paese, dei propri giovani. In questo senso il sistema educativo, ha detto, è in fase di revisione  in modo di garantire loro competenze facilmente spendibili, eliminando gli sprechi. È questo un  sistema, ha detto, per avvicinarsi agli obiettivi di sviluppo che il Paese persegue.

Il Presidente ha poi affrontato i temi dell’attuazione graduale dei nuovi salari per il servizio civile, dei programmi abitativi per il 2020 e delle nuove infrastrutture per migliorare le possibilità di sviluppo.

Tutti obiettivi per l’anno in corso.

Sulle politiche dei nuovi salari, ancora in fase di attuazione, il Presidente ha aggiunto che commerci illeciti e speculazioni avevano creato un’inflazione, che aveva depauperato i vecchi salari.

Ora il governo ha introdotto, insieme alla rivalutazione della moneta nazionale, (Nakfa) un nuovo livello di salari diviso in cinque fasce. Dal livello inferiore pari a 1.800 Nakfa fino al livello più alto di 4.000, punto di riferimento in attesa di una compiuta valutazione del CPI (Consumer Price Index) e del peso degli altri generi di prima necessità.

Le discrepanze che possono essere emerse nel passato, relativamente alle fasce più basse di reddito, saranno corrette quest’anno in modo retroattivo.

La rimanente fase sarà implementata con il completamento dello studio in corso sulle relative economie di riferimento.

Per quanto riguarda il programma di edilizia abitativa, ha continuato il Presidente, il piano governativo è stato quello di lanciare e incrementare su scala nazionale la costruzione di case di proprietà. Tale piano, nonostante le molte iniziative in merito, non è ancora  del tutto completo. Il Presidente ha aggiunto, perciò, che il governo proseguirà su questa strada. Per il 2020 l’attenzione sarà rivolta al completamento di quanto già in corso d’opera.

Sugli investimenti del Paese, il Presidente Isaias ha detto che obiettivo centrale è che il benessere sia ancorato ad un’equa distribuzione delle entrate.

In questo senso la politica governativa non è distorta a favore del grande capitale, ma attribuisce la stessa importanza a piccoli imprenditori, agricoltori, pastori e altri soggetti economici.

Obiettivo del governo resta quello di garantire un ambiente favorevole alla creazione di benessere, affrontando i colli di bottiglia infrastrutturali.

Vale a dire impegnandosi nella ristrutturazione e espansione della rete stradale. Garantendo adeguate fonti energetiche per evitare mancanze o interruzioni e assicurando la disponibilità di una forza lavoro efficiente ed efficace.

I progetti di sviluppo 2020 tengono inoltre conto dei più vasti programmi di cooperazione regionale. Essi comprendono la ristrutturazione, la modernizzazione e l’ampliamento dei porti di Massawa e Assab e delle maggiori arterie stradali. Inoltre si punta su energia solare, sul Cementificio di Tio e sulla Miniera di potassio di Colluli.

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da più di dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

Una risposta a “Eritrea, Intervista presidente Isaias Afwerki ai media locali”

  1. Walter ha detto:

    Grandissimo Leader!!! The best one!❤!

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