Eritrea, in attesa del vaccino continua il lockdown per Covid-19
Marilena Dolce
04/01/21
1
1390
In Eritrea, in attesa del vaccino, dopo i primi morti per Covid-19, si inasprisce il lockdown
Nonostante per l’Africa il virus Covid-19 non sia stata la tragedia prevista dagli studiosi occidentali, senza vaccino la normalità resta lontana.
Dall’inizio della pandemia l’Eritrea, dopo il primo caso di Covid-19 registrato il 21 marzo 2020, ha deciso di tutelare la vita dei propri cittadini con misure di chiusura. Da allora, come del resto in gran parte del mondo, le misure di lockdown, più o meno restrittive, si sono alternate seguendo l’onda del contagio.
La difesa dal Covid-19 non potrà essere abbassata fino a quando la popolazione eritrea non sarà interamente vaccinata. Solo a quel punto spostamenti, attività economiche e sociali potranno riprendere in sicurezza.
Nel mondo occidentale si sta assistendo, per la prima volta dopo la seconda guerra mondiale, a misure che limitano la libertà di movimento. Per combattere un nemico invisibile ma non per questo meno pericoloso di quelli in carne e ossa. Diceva un’anziana signora belga, classe 1925, che rifugiarsi in cantina dopo la sirena, per timore di attacchi aerei nemici, era meno angoscioso del non poter stringersi la mano o abbracciare un parente.
In Italia, in attesa della diffusione del vaccino, per il momento garantito a medici, operatori sanitari e categorie fragili, le città cambiano colore, come fossero caleidoscopi. Si passa dalle limitazioni “in rosso”, a misure meno rigorose, indicate dall’arancio e dal giallo.
In tutta Europa gli spostamenti sono limitati, all’interno e all’esterno dei singoli paesi. Ci si muove per necessità, dopo aver ricevuto il benestare con un tampone negativo. Condizione che significa assenza del virus.
Tornando all’Eritrea, da aprile il paese alle prese con il Covid-19 alterna misure di lockdown a maglie più larghe oppure stringenti, a seconda dei numeri del contagio.
Ad oggi, secondo i dati diffusi dal Ministero della Sanità, il numero totale di casi in Eritrea è di 1.320. fra loro 676 sono le persone guarite, mentre tre sono i morti.
I morti sono stati registrati a dicembre. Due persone sono decedute, una all’ospedale di Tessenei, l’altra ad Asmara. Per questo motivo a fine dicembre sono state incrementate le misure di prevenzione.
Oltre al divieto di spostamento, se non per casi urgenti, si chiede l’uso della mascherina all’aperto. I negozi continuano a fare servizio a domicilio. Si entra però solo con la mascherina, come indicano i cartelli. Oppure si viene serviti sulla porta.
L’attenzione mantenuta finora è il motivo per cui la diffusione del virus nel paese resta bassa.
Negli scorsi mesi la diaspora ha sostenuto, organizzando raccolte di fondi, il lavoro del Ministero della Sanità eritreo per l’organizzazione dei centri Covid e di quarantena.
In Eritrea la situazione è molto lontana, molto più drammatica e molto diversa da quella che viene descritta in quest’articolo. La prego di scrivere articoli più attenti e veritieri su ciò che accade in Eritrea. Grazie.