2018, Asmara, l’incontro tra il primo ministro Abiy Amhed e il presidente Isaias Afwerki
Eritrea ed Etiopia la politica Usa, tra sanzioni e e stanziamenti di fondi.
Lunedì 15 novembre: le Nazioni Unite hanno stanziato 40 milioni di dollari per l’emergenza in Etiopia per aiutare persone che, ha detto Martin Griffiths, vivono “sul filo del rasoio”.
Venerdì 12 novembre : il Ministero del Tesoro americano sanziona l’Eritrea per l’appoggio al conflitto in atto in Etiopia. Si tratta di sanzioni economiche e contro l’esercito. Secondo il segretario di stato Antony Blinken l’Eritrea è l’ostacolo alla pace in Etiopia.
Sabato 13 novembre: l’Eritrea risponde con un comunicato nel quale dice che le sanzioni sono ingiuste e immotivate. Un atto cinico pensato perché il Paese diventi capro espiatorio della guerra tra Etiopia e Tplf. Queste sanzioni, a differenza di quanto affermato dagli americani, avranno una ricaduta sul popolo eritreo.
Sempre sabato 13, l’Etiopia risponde al governo americano relativamente alle sanzioni verso l’Eritrea. Innanzitutto, dice il comunicato etiopico, il Tplf all’inizio del conflitto ha lanciato razzi sulla capitale Asmara che non ha risposto alla provocazione. Il governo etiope non ha considerato un’interferenza alla propria sovranità la presenza militare eritrea sul territorio. Non è l’Eritrea a impedire la pace ma le aggressioni continue del Tplf, considerato un gruppo terrorista. Perciò se le sanzioni devono avere un obiettivo contro lo stato di guerra, devono essere indirizzate contro il Tplf non contro l’Eritrea.
È il momento di fare sapere la verità