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Eritrea, contro le sanzioni: una lettera della comunità italiana

Marilena Dolce
04/01/15
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EritreaLive, Manifesto contro le sanzioni

©EritreaLive, manifesto contro le sanzioni Onu

La COM.ER.IT (Comunità Eritrea in Italia) invita il Governo Italiano ad impegnarsi perché vengano revocate le due risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 1907 (2009) e 2023 (2011) imposte per sanzionare l’Eritrea e il suo popolo sulla base di accuse fabbricate ed orchestrate dal suo principale nemico: l’Etiopia.

Anche se il pretesto per le ingiuste sanzioni era quello di “portare” la pace e la sicurezza in Somalia, punire l’innocente Eritrea sulla base di false premesse, come gli ultimi cinque anni hanno dimostrato, non ha portato la pace in Somalia né la sicurezza nel Corno d’Africa. Le forze che hanno orchestrato menzogne contro l’Eritrea stanno ancora scatenando il caos nella regione. L’ex Sottosegretario per gli Affari Africani e veterano Ambasciatore Herman Cohen, che ha avuto molti anni di esperienza e una profonda conoscenza del territorio, l’anno scorso ha ben detto: “Quelli di noi che conoscono bene l’Eritrea, devono capire che i dirigenti eritrei temono la militanza islamica più di qualsiasi altro paese nella regione del Corno d’Africa. “

In breve, non c’era e non c’è ancora “una base reale o inventata” che colleghi l’Eritrea ad Al Shabab o a qualsiasi forma di estremismo nella regione, diverso è ciò che gli Etiopici hanno fornito al Gruppo di Monitoraggio Somalia-Eritrea. E con il Gruppo di Monitoraggio Somalia-Eritrea stiamo parlando di un gruppo che ha molti problemi quando si tratta di credibilità. Come l’Ambasciatore del Sud Africa Dottor Mashabane ha detto nel 2011: questo è un gruppo che non può “assumersi le sue responsabilità ed espletare il suo mandato con professionalità, imparzialità ed obiettività.” Questo è un Gruppo di Monitoraggio che è influenzato da destra e sinistra “da considerazioni politiche al di fuori del suo mandato”. Le uscite vergognose di Dinesh Mahtani (il suo esperto finanziario) all’inizio di questo autunno, essendo stato colto in flagrante a sostenere il cambio-regime in Eritrea per conto delle Nazioni Unite, e prima di questo l’esonero del coordinatore Matt Bryden per il suo comportamento discutibile come osservatore, sono due casi che dimostrano quanto questo gruppo di monitoraggio abbia completamente perso la sua legittimità come imparziale organo inquirente dell’Onu.

Come dimostrano chiaramente i cablogrammi diplomatici statunitensi trapelati, la Risoluzione 1907 (2009) è stata tramata negli Stati Uniti ed è nata in Etiopia. L’Eritrea è stata punita per aver presumibilmente aiutato con le armi gli insorti in Somalia, ma proprio il rapporto delle Nazioni Unite ammette che: “L’ottanta per cento delle munizioni disponibili presso i mercati degli armamenti somali è stato fornito dal TFG e dalle truppe etiopiche, (…). Il comitato di monitoraggio ha ricevuto informazioni su circa 25 voli militari da parte dell’Etiopia in Somalia e sapeva che le truppe etiopiche avevano portato equipaggiamenti militari nel paese per armare i clan amichevoli “.

Lo stesso vale con la Risoluzione 2023 (2011) che è stata adottata sotto le false accuse di Etiopia e Kenya contro l’Eritrea. Su accusa dell’Etiopia, l’Ambasciatore russo Vitaly Churkin ha detto il 5 dicembre 2011, giorno in cui la Risoluzione 2023 (2011) è stata adottata, che “il Consiglio di Sicurezza non ha presentato prove convincenti del coinvolgimento dell’Eritrea in quell’incidente. Non abbiamo visto i risultati di qualsiasi indagine su questo incidente, se davvero ce ne fosse uno.”
Sulle accuse del Kenya, il gruppo di Monitoraggio delle Nazioni Unite ha ammesso che lo stesso “Gruppo di Monitoraggio Somalia-Eritrea non ha trovato alcuna prova a sostegno delle accuse che L’Eritrea abbia per via aerea fornito al-Shabaab armi e munizioni nel mese di ottobre e novembre 2011. Non vi è nessuna prova a sostegno delle accuse di uno o più aeroplani atterrati a Baidoa International Airport tra il 29 ottobre e il 3 Novembre 2011, o che durante lo stesso periodo l’Eritrea abbia fornito armi e munizioni ad al-Shabaab per mezzo di aerei a Baidoa “.

Sicuramente, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, come organo istituito per mantenere la pace e la sicurezza nel mondo, non deve mai punire le nazioni e i popoli ben sapendo di basarsi su invenzioni. L’Eritrea, come nazione che ha affrontato la sua giusta quota di tentativi di destabilizzazione da parte di estremisti religiosi stranieri, è il partner più affidabile che l’ONU possa avere per la pace e la sicurezza nel Corno d’Africa. Merita l’incoraggiamento e il positivo coinvolgimento del Consiglio di Sicurezza e, sicuramente, non le sanzioni sulla base di menzogne.
Così è tempo che ci si assuma la responsabilità nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di sospendere queste sanzioni illegali contro il popolo dell’Eritrea che lavora sodo.

In primo luogo non c’era alcuna giustificazione razionale per imporre sanzioni, e ora c’è ancora meno spiegazione razionale per mantenerla. Il fatto che il SEMG (Somalia-Eritrea Monitoring Group) sia uscito allo scoperto e abbia ammesso nei suoi ultimi tre rapporti che non ci sono prove credibili che collegano l’Eritrea alla Somalia è un altro motivo per farla finita con loro. Pertanto chiediamo l’immediata ed incondizionata revoca di queste sanzioni durate oltre il dovuto.

In aggiunta, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, come uno dei garanti degli Accordi di Algeri, ha l’obbligo di costringere l’Etiopia a liberare immediatamente e senza condizioni i territori sovrani eritrei occupati illegalmente, compresa la città di Badme. A nessuna nazione, grande o piccola, dovrebbe essere consentito di farla franca violando il diritto internazionale e le Risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Inoltre, la COM.ER.IT è convinta che a lungo termine il proficuo rapporto tra l’Eritrea e le altre nazioni della regione è essenziale per il mantenimento della pace e della sicurezza e per combattere la povertà e l’estremismo nel Corno d’Africa. Quindi, a Voi, alla UE ed ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite chiediamo di fare ciò che è etico e morale revocando queste sanzioni ingiuste.

COMUNITA’ ERITREA IN ITALIA

Marilena Dolce

Marilena Dolce, giornalista. Da più di dieci anni viaggio verso il Corno d'Africa e da altrettanti scrivo ciò che vedo. Soprattutto per Eritrea ed Etiopia ma non solo. Dal 2012 scrivo per EritreaLive, notizie e racconti in diretta dall'Eritrea. Perchè per capire il mondo bisogna uscire dal proprio quartiere, anche solo leggendo.

Una risposta a “Eritrea, contro le sanzioni: una lettera della comunità italiana”

  1. nighisti ha detto:

    Complimenti Dr.ssa Dolce per tutti i suoi articoli sull’Eritrea.
    Grazie.
    Nighisti

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