Eritrea 1 settembre 1961, Idris Awate, simbolo della lotta per l’indipendenza eritrea conquistata nel 1991
Idris Awate la statua in ricordo presso la diga di Gergera
Dopo il colonialismo italiano,(1941) le Nazioni Unite decidono che l’Eritrea stia “sotto la sovranità della corona etiopica”. Il 2 dicembre 1950 con 46 voti a favore, 10 contrari e 4 astensioni, il Paese è federato all’Etiopia alleata dell’Occidente.
Parlando al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, il segretario di Stato americano John Foster Dulles afferma che “dal punto di vista della giustizia, le opinioni degli eritrei devono essere prese in considerazioni. Tuttavia gli interessi strategici degli Stati Uniti nel bacino del Mar Rosso e considerazioni sulla sicurezza e la pace mondiale, impongono che il Paese sia legato all’Etiopia” dell’imperatore Heilè Selassie.
Nel 1958 in Eritrea ci sono scioperi e manifestazioni contro l’Etiopia. Nascono le prime cellule segrete per l’indipendenza, mahber showatte, formate da sette persone.
Tre anni dopo un gruppo del Fronte di Liberazione Eritrea, FLE, guidato da Idris Awate attacca una stazione di polizia nella regione occidentale del Barka. L’episodio segna l’inizio della lotta armata eritrea che terminerà nel 1991 con la conquista dell’indipendenza.
chi è Idris Awate? È un beni amer, originario di Tessenei. Un giovane uomo che ha combattuto come ascaro nell’esercito coloniale italiano. Poi contro il banditismo degli shifta filo etiopici.
Il 1 settembre 1961 con tredici uomini, quasi tutti ex soldati dell’esercito sudanese, armati di vecchi fucili italiani, assalta la stazione di polizia del Barka.
Un gesto di ribellione che, scrive Stefano Poscia, “accende una scintilla che provocherà un lunghissimo incendio”. Trent’anni di lotta, dal 1961 al 1991.
Il 2 novembre 1961 Heilè Selassiè abolisce la federazione e, senza che l’Onu intervenga, decide che l’Eritrea diventi la quattordicesima provincia del suo impero.
In quello stesso anno muore nel sonno Idris Awate, a soli 43 anni. Gli otto mesi di lotta appena iniziata però segneranno una strada senza più ritorno, verso la libertà.
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