Africa subsahariana, Asmara, capitale dell’Eritrea, nelle vie del centro, vicino al mercato, di fronte alla sinagoga, accanto al fruttivendolo, ci sono le barbierie, luoghi moderni dal sapore antico, lasciti di un “ordinato” colonialismo militare prima, civile poi.
© Bruno Zanzottera, Asmara, barbieria
Botteghe d’antan con poltrone rosse di marca italiana per barbe rasate, panni caldi, sapone in scaglie, pennello morbido.
Un po’ come nelle nostre città. A Milano c’è ancora la storica Barbieria Colla, aperta nel 1904 a due passi dal Teatro alla Scala, quando si girava in carrozza, uno stile inglese, quasi un club per gentleman italiani, qualche volta pronti a partire per l’Africa Orientale, continuando là non solo una buona rasatura fai da te ma il suo rito: barba sfumata, massaggio, dopobarba, baffi a pettine, basette.
In effetti se per i barbieri il Settecento era stato un secolo di magra, dominato anche al maschile da un pesante trucco e parrucco, il Novecento riapre alle rasature a forbice.
Non a caso le navi che si dirigono lontano con il loro carico di cose e persone hanno a bordo il barbiere, perché nessun passeggero, naturalmente di prima classe, approdi meno che in ordine nel nuovo mondo o in un’Africa da scoprire.
Fino agli anni’70 il barbiere non è hair salon unisex, è rigorosamente maschile, luogo ideale per parlare di politica, sport, donne.
© Michele Pignataro, Asmara, barbiere al lavoro
Di loro è rimasta traccia ad Asmara.
Non esistono più “parrucchiere per signore” travolte dal new deal delle ragazze eritree che possono concedere qualcosa ad un hennè chiaro, non certo a casco e bigodini.
Al femminile tutto corre più veloce, nessuna eritrea, come del resto nessuna italiana, si pettinerebbe oggi come negli anni Venti o Trenta.
Il sogno di fare la parrucchiera però rimane, come racconta una giovane cameriera di Massawa, tuttavia lo stile scelto è quello delle riviste patinate, non più l’antico capello cotonato.
© EritreaLive, Barbieria vs Hair Stylist
Le barbierie d’Eritrea invece restano un unicum. Non che non esistano barbieri in Africa, ma in Eritrea è il made in Italy a contraddistinguerli.
In Africa Occidentale, nelle città, si vedono insegne, qualche volta bei disegni naïf che, attaccati a muri o alberi, pubblicizzano i barbieri. La differenza e che l’attività, in questo caso, si svolge all’aperto, con forbice e sgabello, senza negozio. Qui l’influenza occidentale è più recente ed esplicita e le lunghe, folte, scure chiome scelgono per i tagli nomi inequivocabili: “Boeing 707”, “Diplomat” “Tyson” o “Ford” per un rimando diretto alla marca d’auto americana.
Tutto ciò in Eritrea non accade. Non mi risultano nomi americani per tagli di capelli o strane acconciature e i barbieri d’italiana memoria si occupano con puntiglio di radere come un tempo, senza fronzoli aggiunti.
Oggi vi è una nouvelle vague. Secondo l’Economist che ha intervistato Caroline Cox, storica della moda, la crisi sta portando lavoro ai barbieri perché, in tempi difficili, rifugiarsi da loro è una coccola tranquillizzante. In un certo senso un “miracolo” come quello promesso dal pre barba Proraso pubblicizzato nel 1948, in un’Italia che sperava di risorgere, ancora lontana dal boom economico.
In tutto il mondo il mercato del benessere maschile, della cura di sé, cresce più velocemente rispetto al femminile. E l’Africa è al centro di un interesse commerciale che spinge le multinazionali a pensare ai capelli afro con balsami e shampoo, per ricci indomabili.
Negli ultimi anni a Johannesburg sono nate molte scuole per acconciatori e barbieri. I mercati si sono riempiti di prodotti per barba e capelli dedicati a un pubblico sempre più esigente.
Oggi il made in Italy va forte, anche sul filo della rasatura quotidiana.
La nuova campagna pubblicitaria Proraso “il barbiere degli italiani” ha trovato casa in giro per l’Europa nelle più antiche, classiche per stile e arredo, barbierie che accolgono il “patrimonio italiano”.
Tra poco sarà online (proraso.it) una guida alle migliori barbierie del mondo. Per ora ne sono state segnalate sei tra Londra, New York, Amsterdam, Rotterdam, Parigi, Cape Town, lo scopo è quello di offrire a chi viaggia per lavoro o vacanza l’indirizzo per una rasatura italiana, con prodotti creati a Firenze, nel 1908, da Ludovico Martinelli.
Potrebbe nascere una community che segnala le barbierie.
Per l’Africa consigliamo Asmara in Eritrea, difficile trovare così distante dall’Italia migliore indirizzo per prendersi cura di sé.
Marilena Dolce
@EritreaLive
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