Ho saputo ieri sera della morte improvvisa di Fratel Ezio Tonini, un pavoniano “prestato ai libri” che riesce nella missione di salvarli dal macero, dopo la chiusura dell’Università di Asmara e dopo la partenza di chi abbandonava l’Eritrea negli anni della dittatura di Menghistu Heilè Marian.
Fratel Ezio conserva, riordina e cataloga tutto il materiale, fondando una Biblioteca nella quale i libri sono a disposizione dei “suoi” studenti, dei giovani eritrei che il pomeriggio vanno da lui, trovando, come diceva, un luogo silenzioso e tranquillo per studiare, appoggiati ailunghi banchi di fòrmica verde.
E accanto a loro, spesso, siedono studiosi europei, alla ricerca di libri ormai rari, preziosi, introvabili altrove.
La sua Biblioteca diventa una meta immmancabile per molti, sia per i libri, sia per incontrarlo, per scambiare due parole nel suo ufficio, a bassa voce, “per non disturbare chi sta studiando”, come diceva.
Era un uomo cortese che conosceva molto bene la storia del paese dove aveva deciso di rimanere, del quale parlava volentieri, citando a memoria testi e autori, recuperando con facilità dagli scaffali quanto pensava potesse interessare al suo interlocutore.
Voglio ricordarlo con lo sguardo sereno che aveva anche quando spiegava che le cose non erano facili e con il sorriso gentile della cena condivisa una sera, durante uno dei miei primi viaggi in Eritrea.